In principio fu Aristotele, primo meteorologo ante litteram della storia che, in un’epoca caratterizzata da prosperità e scevra da guerre e conflitti bellici, s’interrogò sulla provenienza della piogge che cadevano dall’alto.

Poi fu la volta del Rinascimento italiano e dei suoi scienziati illustri - inventori di strumenti di capitale importanza per la contemporaneità come il termometro (Galileo), il barometro (Torricelli), l’anemometro (Leon Battista Alberti) e l’istituzione della prima stazione metereologica della storia da parte del regnante Ferdinando II De’ Medici – mentre oggi, grazie allo Space Weather, siamo giunti a considerare come le tempeste magnetiche e solari siano in grado di condizionare le attività umane.

La meteorologia di strada ne ha fatta: lo ha spiegato Massimo Enrico Ferrario, meteorologo dell’Arpa Veneto, intervenuto nell’ambito del seminario Le previsioni del tempo da Aristotele allo Space Weather, organizzato e promosso dal dipartimento di Matematica e Fisica Niccolò Tartaglia di Brescia.

Ferrario è partito da una considerazione semplice ma di grande attualità: “Al giorno d’oggi nessuno intraprende un’attività senza prima consultare le previsioni meteo: un lancio spaziale, un viaggio in auto, un concerto all’aperto o una vacanza a Jesolo…sono tutte situazioni la cui riuscita dipende molto dalla condizioni metereologiche. Persino per pianificare lo sbarco in Normandia si tenne conto delle condizioni meteo e climatiche. Un tema talmente centrale all’interno del nostro quotidiano che viene utilizzato persino per rompere il ghiaccio durante una conversazione”. 

Non altrettanto semplice è invece la loro corretta e precisa elaborazione: “Occorre tener conto di innumerevoli e mutevoli fattori, primo fra tutti quello relativo la conformazione geografica del territorio in oggetto, la sua popolazione, la sua densità abitativa, la presenza di mari, laghi o corsi d’acqua e le relative condizioni, le catene montuose, la loro altezza e direzione. I dati del monitoraggio, indispensabili alla redazione della previsione, vengono forniti da più fonti, come satelliti, radar meteorologici, modelli previsionali, profilatori verticali di vento e temperatura o stazioni agro-idro-meteorologiche in Telemisura. Tutte le informazioni acquisite vengono poi “shakerate” dal meteorologo che elabora bollettini meteorologici diversi a seconda dell’utente. La protezione civile, ad esempio, vorrà sapere se sono previste alluvioni, l’aeroporto la nebbia, l’albergatore le giornate di sole”.

Per quanto riguarda il futuro prossimo della disciplina, Ferrario ha infine illustrato le ultimissime novità di settore: “A breve verrà effettuato il lancio di Meteosat 3 che metterà a nostra disposizione una grande massa di informazioni da elaborare, con una risoluzione molto spinta e la possibilità di ottenere dati in soli 5 minuti. Questo rappresenta un’enorme conquista: basti pensare che, solo fino a poco tempa fa, occorreva aspettare mezz’ora per un’immagine del disco del pianeta terra. Novità di ultimissima generazione - e in cui l’Italia riveste un ruolo leader, è lo Space Weather: ovvero come il vento e le tempeste solari influenzano e condizionano le attività umane interessate all’astronomia come, ad esempio, passeggiate ed esplorazioni spaziali. La World Metereological Organization - l’organizzazione mondiale della meteorologia - ha incaricato il nostro Paese di portare avanti gli studi sull’argomento”.