Quali sono e come funzionano le istituzioni europee? Che ruolo ricopre l’Unione Europea (UE) nel panorama delle relazioni internazionali e quali sono gli strumenti a sua disposizione nelle gestioni delle crisi? A queste domande abbiamo trovato risposta durante il corso annuale di Istituzioni Europee tenuto da Serena Giusti, docente della facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature straniere, a conclusione del quale ci è stata offerta la possibilità di simulare una sessione del Consiglio Europeo Straordinario convocato per far fronte alla crisi in Libia scoppiata nel febbraio 2011. Mai come allora, l’UE fu messa alla prova quale potenza civile ed in qualità di attore internazionale nella sua capacità di ridefinire adeguatamente un delicato contesto di mutati equilibri geostrategici che per decenni avevano caratterizzato l’area a sud del Mediterraneo e ne avevano scandito i rapporti tra la Libia e molti paesi europei.

A seguito del vento democratico portato dalle primavere arabe in Tunisia ed Egitto nello scorso anno, anche la popolazione libica si sollevò contro il dispotico potere del Rais Gheddafi che da oltre quarant’anni privava il suo popolo dei diritti politici e civili: non era consentita alcuna rappresentanza politica democraticamente eletta né era possibile godere delle rendite petrolifere o di altre ricchezze economiche del paese che restavano redistribuite in modo ineguale tra le regioni di Tripolitania, Fezzan e Cirenaica. Ma di fronte alle richieste di mutamento avanzate dalla popolazione, Gheddafi replicò come già pochi mesi prima in Egitto le forze militari avevano fatto, aprendo il fuoco sui propri cittadini. Si trattava quindi da parte dell’UE di reagire in modo coeso alla costante violazione dei diritti umani, all’utilizzo della forza armata sulla popolazione civile e all’emergenza umanitaria dilagante nel paese nordafricano conciliando le posizioni di 27 stati membri talvolta divergenti. Ed è proprio questo aspetto che, a nostra volta, ha rappresentato la sfida più ambiziosa affrontata durante i negoziati della simulazione: trovare una sintesi alle diverse linee politiche espresse dalle delegazioni nazionali per giungere ad una risoluzione diplomatica sovranazionale, sempre utilizzando strumenti di soft power atti alla cessazione delle ostilità. Per affrontare adeguatamente preparati la simulazione, sono stati fondamentali sia la base teorica appresa durante la prima parte del corso, circa la storia ed il funzionamento delle istituzioni europee, sia le lezioni specifiche dedicate agli strumenti negoziali, diplomatici e strategici a disposizione dell’Unione, tenute da professori ed esperti.

SveziaNella fase preparatoria è stato inoltre necessario documentarsi non solo sugli eventi legati alla crisi libica ma anche sulle linee politiche che i singoli stati scelsero di seguire alla luce dei diversi rapporti storici ed economici intrattenuti con il paese nord africano. Organizzati in gruppi a rappresentare uno dei ventisette stati membri, un’istituzione dell’Unione oppure ancora un attore esterno (tra ONU, NATO, Stati Uniti, Russia, Consiglio Nazionale Transitorio Libico e Repubblica Araba di Libia), le informazioni sono state raccolte in un position paper iniziale dove venivano illustrati posizioni ed obiettivi che ciascuno stato si prefiggeva di raggiungere in sede di simulazione. Sulla base di queste, i due gruppi della Presidenza del Consiglio Europeo e dell’Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune hanno elaborato un ordine del giorno diviso in tre sessioni negoziali affrontanti rispettivamente la gestione politico-militare della crisi, quella umanitaria ed infine la gestione post-conflitto. Le tre sessioni negoziali si sono svolte tenendo sempre ben presente l’obiettivo ultimo di giungere a posizioni il più largamente condivise dagli stati membri e sostenute dalla comunità internazionale.

Al termine delle negoziazioni è stato, infatti, redatto dalla Presidenza e dall’Alto Rappresentante un documento comune ad illustrare il punto di vista dell’Unione Europea e le decisioni adottate secondo l’esito dei negoziati conclusisi e, messo ai voti ed approvato da tutte le delegazioni, è diventato il documento ufficiale che ha sancito la conclusione dei lavori.

La simulazione ha rappresentato per tutti noi la preziosa opportunità di misurarsi con una realtà vissuta dai più come distante dal quotidiano, che riguarda in concreto il mondo delle istituzioni europee ed il loro funzionamento. Ma non solo: è stata uno stimolo a mettere in gioco le nostre abilità personali di relazione, collaborazione e mediazione in una situazione realmente accaduta, in piena sintesi con gli strumenti teorici acquisiti. L’abbiamo vissuta come un’esperienza altamente formativa e costruttiva, in particolar modo per coloro i quali guardano all’Europa con speranza e come futura possibile prospettiva lavorativa. Oggi, ciascuno di noi che ha preso parte a questo stimolante progetto accademico ha acquisito maggiore consapevolezza delle procedure decisionali ma soprattutto delle ricadute che decisioni prese a livello europeo hanno sulla vita di tutti i cittadini dell’Unione. In questo modo, è forte da parte nostra il senso di partecipazione nella speranza di poter esser protagonisti del grande traguardo futuro di un’Europa sempre più unita.

 

* Studentesse della facoltà di Scienze Linguistiche e Letterature straniere