Se è la curiosità il motore della ricerca, Emanuele Balduzzi inizia i suoi studi di Fisica con una marcia in più. A soli 19 anni, prima ancora di iscriversi alla laurea triennale nella sede di Brescia, è già riuscito a mandare in orbita due palloni aerostatici per fotografare e studiare dalla stratosfera il lago d'Iseo, di cui è originario, e tutto il nord d'Italia.

Tutto è nato con la ricerca di un argomento per la tesina da presentare all'esame di maturità. Avendo scoperto la passione per la fisica durante il triennio del liceo scientifico, il 19enne di Marone (Bs), ha ideato il singolare esperimento. Prima con la costruzione di un pallone aerostatico, che ha dotato di un equipaggiamento di macchine fotografiche, telecamere, un cellulare per facilitare il recupero dopo l'impatto, un paracadute per frenare la discesa e due Gps per localizzarlo in volo e una volta tornato a terra. Oltre a questa strumentazione anche due fotografie con un valore simbolico-affettivo: quella di nonna Iside, recentemente scomparsa, quasi a volerla raggiungere in cielo, e quella di papa Francesco, una figura che ha colpito come tanti anche il giovane maronese.

«Il pallone l'ho fatto arrivare dall'Inghilterra perché in Italia non ne ho trovati con quelle caratteristiche - racconta Emanuele -. Il resto, invece, l'ho costruito con le mie mani. Sono partito da una scatola di legno imbottita di polistirolo, indispensabile per difendere dai 60 gradi sotto zero le apparecchiature». Tre mesi di lavoro aiutato da amici e volontari e con il sostegno economico di alcune aziende locali che l'hanno sostenuto nel secondo lancio, anche perché la spesa complessiva ha superato i mille euro a spedizione. Segno che la passione per la ricerca è contagioso e attira finanziamenti, anche nel piccolo.

 

 

«Il secondo viaggio del 21 agosto è stato necessario - prosegue Emanuele - perché nel primo del 29 marzo la giornata non era limpida e il risultato non mi entusiasmava. Nel materiale della seconda spedizione ho aggiunto una macchina fotografica programmata per scattare una fotografia ogni minuto: ho raccolto ben 600 click».

Il pallone è salito in due ore e mezza. All'altezza di 31 mila metri è scoppiato e ridisceso in mezz'ora a una velocità di 500 chilometri orari. «Grazie al Gps sono riuscito a seguire il viaggio con aggiornamenti ogni 10 minuti. E, grazie al cellulare dentro la scatola, sono riuscito a ritrovare il materiale dopo l'impatto, la prima volta a Treviso, la seconda nella campagna di Crema».