Dai primi mesi della gravidanza al momento della nascita, un percorso assistenziale del tutto nuovo in Italia parte a Roma per salvare la vita e il futuro ancor prima del primo vagito. L'esperienza e la competenza di due strutture sanitarie di rilievo internazionale unite per salvare, con un intervento chirurgico prima del distacco del cordone ombelicale, quei bambini che vengono al mondo in condizioni cliniche così complesse da vederne compromessa la stessa vita.

Nasce con questo presupposto e con due successi chirurgici già documentati il Centro Exit Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - Policlinico Universitario Agostino Gemelli, il primo in Europa ad affrontare in maniera strutturata e con protocolli ad hoc la necessità di fare tesoro del legame madre-figlio durante la gravidanza, protraendo il momento della nascita per il tempo strettamente necessario a praticare interventi salvavita senza che l'interruzione della circolazione sanguina e dell'ossigenazione del feto - garantita dalla permanenza nell'utero materno - possa creare danni cerebrali irreversibili o il decesso. Una nuova frontiera della chirurgia perinatale che può essere realizzata in sicurezza per madre e bambino solo all'interno di un percorso multidisciplinare e consolidato, mettendo a sistema energie, esperienze e tecnologie.

Il Centro Exit Bambino Gesù - Gemelli porta così in Europa una tecnica non del tutto nuova, ma assolutamente inedita sul fronte assistenziale per il Vecchio Continente. Dalla diagnosi prenatale all'intervento chirurgico al momento del parto cesareo, tutto è stato predisposto per dare la massima sicurezza e il massimo comfort a madre e bambino.

Il Centro Exit Bambino Gesù - Gemelli ha finora consentito di salvare la vita a una bambina e a un bambino, entrambi operati nel mese di luglio 2012, prima di essere completamente estratti dall'utero, permettendo così all'équipe chirurgica di rimuovere masse e malformazioni che avrebbero impedito la sopravvivenza dei piccoli al parto. L’uso della procedura Exit è infatti efficace contro qualsiasi anomalia fetale che possa compromettere la rianimazione del neonato in sala parto, come lesioni toraciche estese, gravi lesioni polmonari unilaterali, cardiopatie, tumori.

Quest’approccio al feto che diventa neonato, permette di avere il tempo indispensabile per eseguire alcune manovre e procedure, dalla broncoscopia alla resezione chirurgica della massa, al posizionamento di cateteri endovenosi per la circolazione e la respirazione extracorporea. Ciò trasforma una potenziale emergenza neonatale in una situazione clinica sotto controllo che permette di migliorare il risultato e gli esiti a distanza del bambino. Una procedura così avanzata coinvolge per una lunga fase della gravidanza ginecologi, ostetrici, psicologi, ecografisti, radiologi per la risonanza magnetica fetale, infermieri, genetisti, chirurghi, anestesisti, neonatologi, ognuno adeguatamente formato per affrontare e condividere con la famiglia del nascituro questa soluzione estremamente avanzata.

I criteri rigorosi da rispettare per la corretta individuazione delle possibili patologie da trattare chirurgicamente in utero, espressi dall’International Fetal Medicine and Surgery Society (IFMSS), evidenziano la necessità che gli interventi e tutto il percorso diagnostico a monte vengano effettuati in centri multispecialistici e multidisciplinari per la chirurgia fetale, all’interno di protocolli ben definiti, con l’approvazione del Comitato etico e il consenso informato della madre o dei genitori.

«Il concretizzarsi di un’alleanza tra Gemelli e Bambino Gesù per l’attuazione di una complessa e multidisciplinare terapia intraparto qual è Exit - afferma il direttore del Policlinico A. Gemelli, Maurizio Guizzardi - è una buona notizia per la città di Roma e per tutto il Paese. I due ospedali mettono insieme le loro migliori competenze per la tangibile tutela della vita nascente: si tratta di vite fragili con severe anomalie fetali, che vengono aiutate dalla scienza medica a venire al mondo. Pur nelle difficoltà del momento che sta attraversando, il Gemelli con i suoi medici, i suoi infermieri e i suoi operatori dà prova di quell’impegno per l’eccellenza, che coniuga ricerca e cura di alta specializzazione al servizio della vita: un impegno ancora più sentito perché rivolto a una vita che nasce».

«Raccordare le competenze espresse dai professionisti del Policlinico Gemelli con l'esperienza e le peculiarità dei chirurghi neonatali e degli altri specialisti del Bambino Gesù - sottolinea Giuseppe Profiti, presidente dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – ci consente di realizzare un progetto ed una struttura innovativa tra le poche nel panorama internazionale dimostrando come, senza risorse aggiuntive, la capacità di combinare insieme le eccellenze già presenti nel sistema generi di per sè valore clinico e scientifico aggiuntivo. Oggi possiamo dire di essere riusciti a ridurre quelle situazioni nelle quali la nascita diventava una circostanza di estremo pericolo per la vita o per la salute cerebrale del bambino e restituire a questo momento il senso del prodigio della vita».

«L’avvio del Centro Exit dà speranza a tutte quelle coppie in attesa di un figlio, che trovandosi a vivere una fase così delicata a causa della patologia fetale diagnosticata al proprio bambino – considera Giovanni Scambia, direttore del dipartimento per la Tutela della salute della donna e della vita nascente, del bambino e dell'adolescente del Policlinico Gemelli - possono trovare nell’avanzamento della scienza medica una ragione di conforto e una risposta a problematiche che hanno un grande impatto pratico ed emotivo per l’intero nucleo familiare».

«Regalare il primo pianto a un bambino che nasce significa metterlo nelle condizioni di poter sorridere per il resto della vita - evidenzia Pietro Bagolan, direttore del dipartimento di Neonatologia medica chirurgica del Bambino Gesù - con Exit il momento della nascita e il primo intervento coincidono, ed è come se il bambino venisse alla luce due volte».

«Credo che il valore più profondo della procedura Exit applicata a questi casi di gravi patologie malformative congenite - aggiunge Leonardo Caforio, dirigente medico Patologia ostetrica e ginecologica del Policlinico Gemelli e responsabile ambulatorio di Fisiopatologia fetale del Bambino Gesù - risiede proprio nel fatto che è in grado di offrire una scelta e una concreta speranza a tante coppie di futuri genitori proiettati bruscamente in una dimensione di angoscia e di disperazione in una fase della vita, la gravidanza, che dovrebbe altrimenti essere motivo di felicità e serene aspettative per il futuro. Exit offre di migliorare sensibilmente la sopravvivenza e, ancor più, la qualità di vita di questi piccoli pazienti, rappresentando uno strumento decisivo nella nostra quotidiana lotta per la difesa della vita nascente. Sono quindi particolarmente orgoglioso di prendere parte a questo progetto, una concreta testimonianza di impegno e dedizione per la vita e, come valore aggiunto, dimostra l’importanza fondamentale della collaborazione e “dell’affiatamento” tra istituzioni che fanno dell’eccellenza il loro principio ispiratore».

La procedura Exit [PDF] ( KB)