Una green economy in Europa può creare lavoro e promuovere l'innovazione utilizzando le risorse naturali in modo più efficiente, ma i progressi sono lenti e la transizione “verde” deve essere strettamente integrata nella grandi strategie europee per l'occupazione e la crescita. 

È una delle principali indicazioni del rapporto “Resource-efficient green economy and EU policies”, pubblicato lo scorso 15 luglio dalla European Environment Agency (EEA). 

Il rapporto è stato realizzato da un team di ricercatori italiani, appartenenti a diverse università e al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), coordinati dal professor Roberto Zoboli (nella foto nel corso della presentazione), docente di Politica economica alla facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e da Stefan Speck della EEA. 

L’ateneo del Sacro Cuore è partner dal 2010 del consorzio internazionale European Topic Center on Sustainable Consumption and Production (ETC/SCP), uno dei topic center europei che lavorano per la EEA. Nel 2014-2018, l’Università Cattolica continuerà a lavorare sulla green economy nel nuovo consorzio European Topic Center on Waste and Materials and the Green Economy (ETC/WMGE), di cui l’ateneo è parte attraverso Sustainability, Environmental Economics and Dynamics Studies (SEEDS), il centro di ricerca inter-universitario creato da Università degli Studi di Ferrara, Università Cattolica di Milano, Università degli studi di Bologna, Università degli Studi Roma 3 e Università degli Studi Roma Tor Vergata. 

Il rapporto Resource-efficient green economy and EU policies è stato presentato da Hans Bruyninckx, direttore esecutivo della EEA, all'Informal Meeting dei ministri dell'ambiente e del lavoro europei che si è tenuto a Milano il 16-17 luglio, quale primo atto “ambientale” del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione Europea

Il rapporto propone una visione della green economy come trasformazione profonda della struttura economica e sociale, che non riguarda solo singoli settori o segmenti di produzione e consumo, ma deve coinvolgere l'intera economia europea. In tale direzione puntano, direttamente o indirettamente, molte strategie, in particolare Europa 2020 con le sue “flagship initiatives” su “Resource Efficient Europe” e “Innovation Europe”, quest'ultima per gli spetti di eco-innovazione. I cambiamenti in atto sono però lenti, non solo rispetto a tali ambiziose strategie ma anche rispetto ai 128 target ambientali ed energetici di cui la Ue si è dotata in questi anni per il periodo 2010-2050. 

Il rapporto individua quindi alcune maggiori leve per una transizione “sistemica” di green economy, tra cui la diffusione delle innovazioni eco-efficienti nel sistema produttivo europeo, il trasferimento internazionale di tecnologie verdi, anche in relazione agli obiettivi di Rio+20 sulla green economy per combattere la povertà, l'applicazione di “riforme fiscali ecologiche” sul modello già sperimentato da alcuni paesi europei, lo sviluppo della finanza per l'ambiente e della “finanza verde”, attraverso strumenti sia pubblici che privati (tema curato nel rapporto da Valeria Miceli dell’Università Cattolica). 

Alcuni contenuti del rapporto erano stati anticipati alla Green Week 2014, l'incontro annuale delle istituzioni e degli stakeholders ambientali europei, organizzato dalla direzione generale Ambiente della Commissione europea, che si è tenuto a Bruxelles lo scorso giugno con un intervento del professor Zoboli. La Green Week 2014 era dedicata alla “Circular Economy”, cioè al raggiungimento di un sistema di produzione e consumo a spreco zero, minimizzazione dei rifiuti e massimizzazione del recupero/riciclo. 

I temi delle politiche europee per una transizione di green economy fanno parte dei programmi del curriculum in Politiche per l'Ambiente (PoliTAmb), coordinato da Roberto Zoboli, del corso di laurea magistrale in Politiche pubbliche della facoltà di Scienze politiche e sociali. Le tematiche dell'economia verde sono inoltre parte dei programmi dei master universitari dell'Alta Scuola per l'Ambiente (Asa) dell’Università Cattolica, che ha sede a Brescia.