Paesaggi suggestivi, in cui le architetture e le opere d’arte si fondono con l’ambiente che le circonda. Luoghi in cui il viandante incontra il mistero della creazione. Sono i Sacri Monti, cioè gruppi di cappelle realizzati tra il XV e il XVII secolo. Di questi complessi devozionali e artistici si sono occupati Pier Giorgio Longo, Danilo Zardin, Claudio Bernardi e Irene Romagnoli, autori de I Sacri Monti. Bibliografia italiana. E Giorgio Cracco, Amilcare Barbero, Guido Gentile hanno esposto, in un incontro in Cattolica, il senso di quest’opera.

La bibliografia è un testo che si offre a chi vuole conoscere questi luoghi mistici, uno strumento di studio atteso da lungo tempo. Perché, come spiega Giorgio Cracco, «costruire una bibliografia significa fare progredire la ricerca». Per questo motivo, continua Cracco, «questa non è un’opera ordinaria, ma è uno strumento di importanza eccezionale». I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono luoghi di grande bellezza. Nel 2003 l’Unesco li ha riconosciuti patrimonio dell’umanità. A partire dal IV secolo queste terre iniziarono a essere meta di pellegrinaggi, anche pagani. Ma furono i frati francescani, al ritorno da Gerusalemme, che decisero di trasformarli in luoghi di pellegrinaggio, ispirandosi alla Terra Santa.

A quel tempo, infatti, il pellegrinaggio era una pratica molto importante nella vita religiosa. L’indebolimento dell’influenza occidentale in Oriente e il prevalere della potenza turca, però, avevano reso il cammino verso questa terra troppo pericoloso. Nacquero così questi luoghi. Che non interessarono solo il fedele, ma chiunque amasse respirare l’arte e la storia, che qui si mescolano con una natura incontaminata e lussureggiante.

L’interesse odierno per i Sacri Monti, però, si è sviluppato soltanto a partire dagli anni ’70, in coincidenza con l’affermarsi del secolarismo. Una trasformazione della società che aveva portato ad abbandonare, in un’ottica materialista, le istituzioni religiose. «Il secolarismo, però, - osserva Cracco - ha mobilitato gli uomini verso un cammino opposto: il ritorno alla religione e alla sfera spirituale dell’individuo». I Sacri Monti rappresentano metaforicamente proprio quel cammino dell’uomo verso Dio: sono un’esperienza di fede unica. «Essi – dice Guido Gentile – trasudano la storia di Cristo. Una storia che il pellegrino rivive lungo “quel” percorso».

Il volume non è semplicemente una bibliografia. Danilo Zardin sottolinea come «soltanto cento semplici pagine riescano a evocare seicento anni di storia del Cristianesimo». Infatti, ne I Sacri Monti si ripercorre una parte della storia della cristianità e si rivive una spiritualità che non faceva la differenza tra uomini appartenenti a diverse fasce sociali. Tutti i pellegrini erano (e sono) uguali di fronte al Mistero.