È mediamente di 400 euro al giorno l’impatto economico diretto generato sul capoluogo lombardo da un partecipante a un evento associativo di grandi dimensioni organizzato al MiCo, il centro congressuale gestito da Fiera Milano Congressi. Una cifra che sale a 675 euro pro-capite se si considera anche l’impatto indiretto, derivato dagli effetti che le spese relative al congresso producono progressivamente nel medio-lungo periodo sul territorio a favore di altri settori economici strettamente collegati con l’attività congressuale. Un dato che fa ben sperare in vista di Expo 2015.

È quanto emerge da un’indagine del Laboratorio di Analisi del Mercato Congressuale Internazionale (Lamci) che fa capo al sistema Alte Scuole dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, realizzata in collaborazione con Fiera Milano Congressi. La ricerca, a cura di Paola Bensi e Roberto Nelli, è stata condotta nel periodo 2012-2014 su un campione di 1.088 delegati che hanno preso parte a otto congressi internazionali a carattere prevalentemente medico ospitato al MiCo. 

Il primo posto nella classifica dei top spender va ai delegati provenienti da Asia, Australia, Oceania, seguiti da quelli di Medio Oriente e Africa che addirittura prolungano di un paio di giorni la propria permanenza nella città meneghina. Gli europei e italiani, invece, si collocano tra quelli meno propensi a spendere. Secondo gli studiosi i congressisti coinvolti nell’indagine hanno speso in media durante il periodo trascorso a Milano 226,5 euro al giorno (escludendo il trasporto a lunga percorrenza), con differenze significative in base al Paese di origine: i delegati internazionali infatti hanno sostenuto una spesa (239,1 euro al giorno) superiore del 115% rispetto a quella degli italiani (111,3 euro al giorno).

In particolare, la percentuale maggiore della spesa totale giornaliera è rappresentata dall’alloggio, sostenuta dal 90,6% dei rispondenti per un importo medio di 132 euro al giorno. Seguono la ristorazione al di fuori dell’hotel (88,1% dei rispondenti; 66,4 euro pro-capite al giorno) e lo  shopping (57,1% dei rispondenti; 84,6 euro pro-capite al giorno). Decisamente inferiori le spese per le attività nel tempo libero, per l’intrattenimento serale e per le gite turistiche. 

Poiché il 32,6% dei delegati ha portato con sé amici o familiari, la spesa media sale a 304,6 euro al giorno. In particolare, sono quelli provenienti da Asia, Australia, Oceania a spendere di più (523 euro), seguiti da Medio Oriente, Africa (498 euro), America Latina (363 euro) e Stati Uniti, Canada (322 euro). Significativamente minore appare la spesa dei congressisti europei (249 euro) e di quelli italiani (144 euro).

La ricerca ha poi rilevato che il 20,3% del totale dei rispondenti ha trascorso a Milano alcuni giorni in più rispetto a quelli previsti: si tratta soprattutto di delegati stranieri che hanno prolungato la propria permanenza a Milano per una media di 2,2 giorni. Pertanto, includendo anche i giorni aggiuntivi passati in città con gli eventuali accompagnatori per vacanza, la spesa complessiva sostenuta in media da un congressista raggiunge i 348,9 euro al giorno, con differenze statisticamente significative in base all’area geografica di provenienza: la spesa maggiore risulta essere quella dei delegati di Asia, Australia, Oceania con 584,3 euro al giorno e dei delegati di Medio Oriente e Africa con 540,1 euro al giorno. 

Una volta calcolata la spesa giornaliera media per delegato, l’impatto diretto totale è stato stimato considerando per ogni evento congressuale le spese sostenute dagli organizzatori per gli spazi, le attrezzature, gli allestimenti, i servizi di segreteria e i servizi accessori, nonché per i servizi di ristorazione forniti dagli operatori del catering, che sono risultate in media pari a 48 euro pro-capite. Pertanto, secondo le stime effettuate la spesa diretta totale ammonta a 396,9 euro al giorno per delegato.