Una trasformazione irresistibile e inarrestabile. Tra i settori lavorativi e professionali maggiormente mutati nell’ultimo decennio sotto i colpi ben assestati dell’innovazione tecnologica e digitale, dell’emersione di piattaforme di streaming online ma anche della progressiva internazionalizzazione dei mercati, l’ecosistema dei media audiovisivi si trova oggi al centro di un’evoluzione - sia a livello tecnico che di contenuti - che anche in Italia ha contribuito a cambiare le dinamiche del settore e le competenze richieste alle molteplici professionalità che lo costituiscono.

In questo contesto di industria audiovisiva in continua trasformazione – reduce inoltre dal periodo di lockdown che ha contribuito non poco a mutare le modalità di produzione e fruizione di contenuti - una formazione solida e mirata, in grado di preparare gli studenti alla pratica della futura professione, diventa ancora più fondamentale.

Se ne è discusso nel corso dell’incontro “Formare alle professioni dell’audiovisivo: cinema, serialità e televisione. Presentazione dei master dell’Università Cattolica del Sacro Cuore” andato in scena all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, nella doppia modalità con ingressi contingentati e in sala e, contemporaneamente, in diretta sui canali Facebook della Fondazione Ente dello Spettacolo.

«L’impatto del digitale e il fenomeno della distribuzione su scala internazionale hanno mutato le dinamiche del settore e, conseguentemente a ciò, anche alcuni aspetti del nostro master, che oggi si avvale di collaborazioni sempre più ampie - ha sottolineato Massimo Scaglioni, direttore del master “Fare Tv. Gestione Sviluppo Comunicazione”».

Parole riprese da Armando Fumagalli, direttore del master Almed “International Screenwriting and Production”,  per cui «un approccio che integri aspetti teorici e pratici nella didattica è fondamentale per imparare questo tipo di professioni che prima si apprendevano direttamente sul campo. I risultati di questi venti anni di lavoro formativo ci danno ragione. Nelle serie che nel 2020 sono state di maggior ascolto su Rai, su Mediaset, e su Sky, e, per quello che si sa, anche su Netflix i nostri ex allievi hanno fatto il 60, 70, a volte il 90% del lavoro di scrittura e produzione creativa».

«Si tratta - ha proseguito Fumagalli - di Doc - Nelle tue mani, in onda su RaiUno (con una media di 8 milioni di ascoltatori a puntata), di L'isola di Pietro su Canale 5, e di Diavoli su Sky, venduta in più di 160 Paesi. Per Netflix c'è invece Summertime.
Anche nel cinema, il film italiano a oggi di maggior incasso del 2020, Me contro Te, ha una nostra diplomata come sceneggiatrice principale, e qui a Venezia, la sceneggiatura di uno dei quattro film italiani in concorso, Padrenostro, è firmata da un altro dei nostri alumni».

Attenzione ai prodotti culturali ma ancor più alle persone, sono infatti due dei pilastri che reggono l’approccio all’educazione e alla formazione dell’Ateneo. A ricordarlo nel suo discorso introduttivo è stata Antonella Sciarrone Alibrandi, prorettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

«La vera ripartenza, sociale e dei vari settori dell’economia e della società, non può che essere dalle persone» ha esordito il prorettore. «E la Cattolica si è fatta trovare pronta poiché da sempre attenta a tali tematiche. Da anni perseguiamo l’interesse nei confronti della formazione, delle attività di ricerca e dei prodotti culturali che si stanno trasformando. Puntare sulle persone per noi significa in primo luogo ripartire dagli studenti in università: ci stiamo ripopolando gradualmente grazie alla coesistenza delle lezioni in presenza e in streaming, c’è bisogno di presenza, di incontri e di sguardi» ha concluso. 

Le ha fatto eco Mario Gatti, direttore Area Ricerca e Sviluppo dell’Università Cattolica, per cui «l’efficacia delle attività sta nel confronto con la realtà: abbiamo trovato un equilibrio tra relazione e realismo, a cambiare devono essere i modelli adottati. Non è possibile pensare di essere massimalisti né in un senso – quello della relazione e della presenza a tutti i costi – né in un altro, ovvero quello per cui le lezioni in streaming sostituiscano totalmente quelle in presenza. Il buon compromesso tra le due, al contrario, genera grandi opportunità di crescita e innovazione, anche tecnologica».