Nato nel 1901, il Premio Nobel è arrivato alla sua 119° edizione. Dal 5 al 12 ottobre vengono proclamati rispettivamente i Nobel per la Medicina o Fisiologia, per la Fisica, per la Chimica, per la Letteratura, per la Pace e per l’Economia. Sui più importanti riconoscimenti a livello internazionale, attribuiti a personalità che si sono distinte nei diversi ambiti della conoscenza umana e che hanno portato benefici all’umanità con le loro ricerche, Cattolicanews pubblica i commenti dei docenti dell’Ateneo.
 
Il professor Raul Caruso, docente di Economia della pace alla facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere della sede di Milano dell’Università Cattolica commenta il Nobel per la Pace che oggi è stato assegnato al World Food Programme per il suo impegno nel combattere la fame, per il suo contributo a migliorare le condizioni per la pace nelle aree colpite dai conflitti e per la sua azione di forza conduttrice nel prevenire l’uso della fame come un’arma per la guerra e il conflitto.

Commentando a caldo il Premio Raul Caruso ha ribadito il «legame strettissimo tra insicurezza alimentare e conflitto armato soprattutto nei Paesi più fragili» e ha sottolineato due punti in particolare. Il primo è che si tratta di un premio «dato a un’agenzia delle Nazioni Unite e questo ci ricorda che la cooperazione multilaterale tra Paesi è la chiave essenziale per il mantenimento della pace». «Per costruire la pace, infatti, non c’è alternativa alla cooperazione internazionale e al dialogo multilaterale nelle sedi opportune» ha continuato Caruso. 

Il secondo pensiero è andato a uno dei fattori dell’insicurezza alimentare: «il mancato accesso dei più fragili al cibo. Molte aree del mondo si stanno desertificando a causa del cambiamento climatico e questa desertificazione ha generato non solo una mancanza di cibo ma anche di pace per molte popolazioni».