Avrebbe dovuto svolgersi all’interno dei reparti di Pediatria, Oncoematologia pediatrica e Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Ma, di questi tempi, le normative in vigore per la prevenzione del contagio da Covid-19 hanno obbligato a un ripensamento della stragrande maggioranza delle attività che, in molti casi, hanno trovato nel web e nella tecnologia una dimensione alternativa.

Così, il progetto di didattica ludica promosso di Scienze matematiche, fisiche e naturali, coordinato dalla professoressa Stefania Pagliara con la collaborazione di Giulia Giantesio nell’ambito del piano di Service learning che invita gli studenti dell’Ateneo a mettere le proprie competenze specifiche al servizio della comunità, ha trovato nuova modalità d’attuazione. È stato fatto sostituendo la presenza fisica all’interno dei reparti con quattro video di sei minuti ciascuno, realizzati da 17 studenti della facoltà di via Musei per i piccoli pazienti ricoverati.

Esperimenti di fisica, giochi matematici, rebus e tabelline per stupire, incuriosire e divertire: d’accordo con i docenti e gli insegnanti della sezione ospedaliera i ragazzi hanno condensato nei filmati le attività ludico-didattiche inizialmente pensate per essere illustrate tra le corsie dei reparti. Un video è stato pensato per la scuola primaria, uno per la scuola secondaria, mentre due sono dedicati agli alunni delle superiori.

Studenti e laureandi della facoltà si sono divisi in quattro gruppi per videoregistrare esperienze con il comportamento dei fluidi non newtoniani per gli studenti delle superiori, le infinite composizioni che è possibile ottenere con le geometrie del tangram per i ragazzi delle medie e le istruzioni per costruire il gioco delle tabelline con colla stick, righello e forbici per i piccoli studenti della scuola primaria. Ancora per gli studenti delle superiori: il video sul calcolo delle probabilità illustrato tramite il gioco delle tre porte, quello dei dati o il lancio della moneta.

«Erano stati previsti quattro pomeriggi da svolgere a Brescia e sei a Bergamo», precisa la docente di Fisica e coordinatrice del progetto. «La scelta di intraprendere una strada alternativa è stata presa sia per manifestare il nostro messaggio di vicinanza agli utenti ricoverati, sia per consentire ai nostri studenti di mettersi comunque alla prova con attività di volontariato che presuppongono il mettere a disposizione le proprie competenze di settore prestando attenzione alle esigenze delle singole persone e della comunità. Competenze che, in questo caso, sono state molteplici: non solo nozioni matematiche e fisiche, i nostri studenti si sono cimentati anche con la comunicazione video, cercando illustrare i concetti in modo simpatico e divertente».

Un’esperienza di volontariato e cittadinanza attiva che si è rivelata utile a fisici e matematici che intravedono nell’insegnamento delle discipline un eventuale futuro lavorativo. «Volendo diventare insegnante si è trattato di un’ottima occasione per avvicinarmi alla professione e capire cosa significa avere a che fare con la didattica, in questo caso a distanza, per le scuole di diverso ordine e grado», racconta Camilla Chiarini iscritta alla triennale di Matematica.

«Il vero rammarico? La mancanza di interazione umana e il non poter osservare le reazioni di stupore o meraviglia dei ragazzi di fronte alle scoperte; la speranza è quella di poter ripetere l’esperienza in ospedale l’anno prossimo», auspica Pietro Malacarne, che come Camilla frequenta la triennale di Matematica.

Del resto, conclude Stefania Pagliara «l’iniziativa “Matematica e fisica in gioco” era già stata avviata con grande successo due anni fa alla Poliambulanza e al Civile di Brescia. I ragazzi ricoverati si sono dimostrati incuriositi e divertiti dagli esperimenti mostrati e non vedano l’ora di osservarne degli altri».