di Erika Introini *

Empatia, curiosità e una buona dose di umiltà. Sono le doti principali del comunicatore che deve sempre «mettersi nei panni della persona a cui sta vendendo il prodotto». È il consiglio prezioso che una giornalista di lunga data e di grande esperienza come Maria Latella ha suggerito agli studenti del master Media Relation e Comunicazione d’Impresa.

Laureata in legge, si avvicina al giornalismo grazie a una borsa di studio della Fnsi e della Fieg. Assunta successivamente al quotidiano genovese Il Secolo XIX la sua carriera è stata un crescendo professionale che l’ha portata a specializzarsi in giornalismo politico e a lavorare con alcuni dei più importanti gruppi editoriali nazionali. Da dieci anni presenta su Sky TG24 il programma “L’intervista” e attualmente su Radio24 conduce “24 Mattino” e la rubrica domenicale “Nessuna è perfetta”.

Nella lezione di “Comunicazione editoriale 2.0” del master la giornalista, blogger e conduttrice televisiva e radiofonica si è raccontata traendo spunto dal suo ultimo libro autobiografico “Fatti privati e pubbliche tribù. Storie di vita e giornalismo dagli anni sessanta a oggi”, edito da San Paolo.

Empatia e curiosità sono le doti che Maria Latella ha ritrovato nel suo mentore, David Axelrod, uno dei più grandi comunicatori e consulente politico americano, l’uomo che è stato alle spalle delle due vittorie di Barack Obama, e che ha avuto modo di conoscere grazie a un’esperienza a Chicago, dove ha insegnato per circa due mesi all’istituto Politics.

La lezione ha affrontato il tema del “Come si comunica con il proprio pubblico”. Ogni prodotto, ogni storia può essere raccontato in modo diverso perché ciascuna situazione richiede esperienza, studio, competenza, qualità e sensibilità. 

Nel racconto intenso e stimolante della sua vita professionale Maria Latella non ha mancato di evidenziare anche momenti critici come quando, all’inizio della sua carriera giornalistica al Secolo, il direttore le chiese di intervistare la mamma di un ragazzo accusato di bullismo, segnalato dagli assistenti sociali, che già seguivano la famiglia. Spinta dal voler rifilare un “buco” agli altri giornali fece una cosa deontologicamente scorretta, si presentò alla mamma del ragazzo omettendo chi fosse e passando quindi per una delle tante assistenti sociali che seguivano il caso. La mamma, fidandosi, raccontò molti particolari della storia. Scrisse poi il pezzo che piacque molto al direttore ma suscitò l’indignazione da parte delle assistenti sociali che avevano in cura la famiglia e la querelarono. Seguì poi la sua condanna. «Da questo episodio - ci racconta in tono ancora oggi dispiaciuto - ho capito bene che le scorciatoie non si devono percorrere».

Passando poi al tema della “diversity”, ha spiegato che le difficoltà di una donna che si muove in un ambiente maschile sono molte e ricorda quando le sue parole in redazione non venivano recepite, come se esistesse un meccanismo introiettato nei secoli secondo il quale “le cose da donne” hanno meno rilevanza. La giornalista ha rimarcato quanto sia fondamentale far sentire la propria voce, senza mai far passare inosservate le proprie idee. 

Maria Latella è nota al grande pubblico per il suo programma “L’intervista” che l’ha portata a incontrare esponenti della scena politica nazionale e internazionale. «Riuscire a mantenere la calma per portare a casa sempre il risultato, soprattutto quando l’intervistato è un personaggio scomodo», come nel caso dell’ultra conservatore americano Steve Bannon, ex portavoce di Donald Trump.

Una nuova esperienza per Maria Latella è iniziata a settembre 2018 con la conduzione di “24 Mattino” su Radio 24. La giornalista ha descritto questa sua nuova esperienza come la novità della sua vita e poiché le sfide l’attraggono, confessa: «Non avevo mai fatto radio live sui temi che mi appassionano, è una meravigliosa opportunità ma certamente il mio primo amore rimane sempre scrivere». 

E proprio interrogata sul futuro del giornalismo, Maria Latella, riconoscendo l’evoluzione verso il digitale, ha affermato che la carta non è destinata a sparire perché il giornalismo di qualità è la risposta a tutto. 

* studentessa del master Media Relation e Comunicazione d’Impresa