In piena emergenza Covid-19 le cosiddette “bufale” hanno trovato terreno fertile e complice una popolazione provata dalle misure di restrizione imposte per contrastare il coronavirus e spaventata dal diffondersi del contagio, in queste settimane hanno trovato terreno fertile, andando a inquinare una situazione oggettivamente già complicata.

Per questo motivo il Governo ha deciso di istituire un'Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al Covid-19 sul web e sui social network. A comporla otto esperti, provenienti prevalentemente dal mondo accademico e del giornalismo, tra cui figura anche il professor Ruben Razzante, docente di Diritto della comunicazione del nostro Ateneo.

“Si tratta di un gruppo di lavoro molto agile –spiega il prof. Razzante - che vuole semplicemente inquadrare il fenomeno delle fake news in ambito emergenza Covid-19. Il nostro compito non sarà quello di fare fact-checking in senso stretto ma quello di cercare di dare ai cittadini degli strumenti (come ad esempio dei criteri di selezione, griglie di parametri ecc.) per consentire loro di individuare con più facilità le notizie con evidenza scientifica provenienti da canali istituzionali e contrastare quelle non verificate e non riscontrate e quindi riconducibili a fonti dubbie. Cerchiamo di dare un servizio al Paese e lo facciamo in modo totalmente gratuito”.

“Non siamo né un'Authority né un tribunale – puntualizza Razzante - non avremo nessun potere sanzionatorio o censorio. Non siamo certo i depositari della Verità e, ovviamente, il nostro lavoro non limiterà in alcun modo la libertà di opinione. Solo un'analisi sulla provenienza delle notizie limitatamente a ciò che riguarda la corretta percezione delle misure restrittive messe in atto dal Governo per contrastare il diffondersi del virus. Il nostro incarico si svolge sotto l'egida del Sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio che divulgherà attraverso i suoi canali istituzionali il lavoro della task force attraverso comunicazioni periodiche alla collettività. Pur non essendo uno sportello web poi ci sarà la possibilità per i cittadini di interfacciarsi con il gruppo di lavoro, un modo per raccogliere direttamente dagli utenti, alcuni segnali”.

Un lavoro che, in conformità con le misure di distanziamento, si svolgerà prevalentemente a distanza: “Ci siamo riuniti per la prima volta mercoledì 8 aprile, ovviamente in videoconferenza, e sempre in questa modalità ci confronteremo. Agiremo in stretto contatto con un rappresentante del Ministero della Salute, uno della Protezione Civile e, ove fosse ritenuto necessario, anche l'Agcom”.

“Ci occuperemo – precisa Razzante - delle fake news che rischiano di avere un impatto sui comportamenti dei cittadini rispetto alle misure di contenimento e che quindi possono avere un riflesso diretto sulla salute delle persone: il virus dell'infodemia fa paura tanto quanto della pandemia. Tutto ciò che si occupa di come è successo, perché è successo e di chi ha responsabilità sono cose che riguardano la politica e noi non siamo assolutamente una squadra politica. A noi interessa che si esca il prima possibile dall'emergenza anche grazie al comportamento collaborativo delle persone che, se in formate correttamente, possono comportarsi nel modo giusto. La nostra è una comunicazione di servizio, di pubblica utilità”.