Con una nuova sede, a fronte di un incremento di immatricolazioni e iscritti, la sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore amplia i propri spazi in città. A partire dalla fine del prossimo anno, al palazzo Martinengo Cesaresco di via Trieste 17 si aggiungeranno gli edifici dell’ex Seminario diocesano di via Bollani, nel quartiere di Mompiano.
 
A dare l’annuncio ufficiale nella giornata del Dies Academicus è stato il rettore Franco Anelli nel discorso inaugurale delle attività della sede bresciana: «Si tratta, com’è noto, di un programma di ampliamento e adeguamento degli spazi prefigurato da tempo, rispetto al quale, dopo un ponderato esame, posso dichiarare la nostra determinazione a procedere».

Il rettore non ha mancato di spiegare il volto della nuova sede: «Si prevede la realizzazione di 25 nuove aule, 16 laboratori di varia destinazione, una biblioteca, uffici per i docenti, sale per le attività di studio, una mensa e ampi spazi per attività sportive e di socializzazione. In essa confluiranno le attività oggi dislocate in vari luoghi della città – come via Musei, via Aleardo Aleardi e Contrada Santa Croce - diversi dalla sede storica di via Trieste, che conserva valore strategico e affettivo e verrà perciò mantenuta».

Un traguardo di indiscussa importanza che - ha specificato Anelli - risponde a una vocazione educativa ben precisa: «Non si giustificherebbe un tale sforzo se non fosse sorretto da un ponderato progetto didattico e scientifico, dalla convinzione di poter offrire una precisa utilità al territorio, in forme e con modalità che non si esauriscono nell’erogazione di corsi di laurea, ma che rendano l’Ateneo cattolico un luogo che appartiene alla città e che coinvolge tutti i cittadini».

Lo sguardo al futuro è confortato anche dai numeri particolarmente incoraggianti della sede bresciana. «I dati aggiornati allo scorso 26 febbraio ci dicono che 1.133 nuove matricole si sono iscritte ai corsi di laurea triennali, magistrali e a ciclo unico proposti dalle 6 facoltà attive nella sede bresciana, con un incremento del 7,3% rispetto all’anno accademico precedente. Complessivamente la sede ha oggi un totale di 3.352 iscritti; vi sono poi, oltre agli iscritti ai corsi di laurea, le centinaia di persone che seguono i corsi offerti nell’area post graduate».

Fondamentale inoltre la constatazione della positiva attenzione mostrata dalle istituzioni cittadine: « Sono grato al sindaco Emilio Del Bono e alle tante organizzazioni e strutture della società civile che ci sono state nel passato vicine e che ci hanno confermato il loro appoggio». Il rettore ha ringraziato in particolare il vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari, a cui ha consegnato una targa alla fine della cerimonia «per il suo fattivo incoraggiamento, che ha aiutato a superare momenti di incertezza, in cui pareva che l’attenzione verso le nostre proposte fosse meno intensa».

Il Dies Academicus si è concluso con la lectio magistralis affidata a Piero Bassetti, presidente di  “Glubus et Locus”, sul tema del “Glocalismo tra presente futuro”. «Il concetto di glocalizzazione - ha affermato - arricchisce e precisa quello più generale di globalizzazione ponendo l’accento sull’influenza biunivoca tra dimensione locale, nella sua declinazione individuale e sociale, e dimensione globale, nella sua dimensione reticolare e olistica. Nel mondo glocalizzato in cui viviamo, problemi e soluzioni di ordine locale vanno a influenzare problemi e soluzioni di ordine globale. Allo stesso modo – il che è spesso più evidente – problemi e prassi globali influenzano la nostra dimensione locale».

In questo Bassetti ha salutato con piacere la nascita dell’Osservatorio per il Territorio: impresa, formazione e internazionalizzazione, «un’iniziativa di evidente ispirazione glocalistica». Secondo il presidente di Globus et Locus, con l’Osservatorio l’Università Cattolica «si propone infatti di dare impulso e vigore alle sue iniziative di formazione attraverso l’incontro tra un sapere, quello accademico, che è per natura sua di stampo globale; e l’ancoraggio a un territorio – con le sue eccellenze, le sue vocazioni e i suoi saperi – che è per natura sua tipicamente locale».

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