Un’attività di vera e propria consulenza gestita dagli studenti dei master di quattro Paesi europei per le piccole e medie aziende nel settore fashion e luxury. Che ha portato recentemente una cinquantina di allievi nel quadrilatero milanese della moda. Real International Deal (Rid) è il progetto promosso da tre istituzioni europee per l’Alta Formazione - la francese Idrac Business School di Parigi e Lione, la tedesca Fachhochschule di Dortmund e l’olandese Hogeschool Van Amsterdam - a cui si è unito quest’anno l’Executive master Luxury Goods Management (Emlux) dell’Università Cattolica.

«L’obiettivo è quello di far lavorare gli studenti su progetti concreti legati alle capacità di esportazione di una serie di piccole e medie imprese del settore fashion e luxury che, proprio perché piccole, hanno oggettive difficoltà a orientarsi nell’ambito dell’esportazione sia pure in Paesi limitrofi» spiega la professoressa Roberta Crespi, direttrice del master.

In che cosa consiste il coinvolgimento degli studenti? «L’impresa chiede il loro aiuto per trovare dei contatti effettivi di esportazione nei rispettivi Paesi, a seconda delle peculiarità e delle richieste delle varie aziende. I gruppi di lavoro sono composti da studenti di nazionalità diversa e sostenuti da un corpo di insegnanti e tutor per costruire un risultato che sia il più possibile simile a un’attività di consulenza».

Come sono organizzati i lavori? «Il progetto inizia a ottobre e si conclude a gennaio. A ogni cliente corrisponde un team che lavora a distanza, ma ci sono anche dei momenti in cui tutte le diverse anime nazionali si riuniscono. Gli studenti, infatti, hanno l’opportunità di effettuare alcune trasferte nei Paesi che aderiscono al progetto, creando, nel frattempo, una serie di contatti con le realtà locali interessate e con i potenziali clienti».

In che modo entra in gioco il master Emlux? «Noi siamo entrati nel progetto in un secondo momento, attraverso gli studenti del master. Il nostro contributo è stato di sostenere l’attività degli studenti stranieri nella città di Milano, la Capitale italiana della moda. Li abbiamo accompagnati e aiutati sia dal punto di vista della lingua che per quanto riguarda la verifica della corretta individuazione dei potenziali acquirenti. Abbiamo portato anche due imprese nel progetto, una che si occupa di gioielleria d’argento e l’altra che produce calzature e borse con pelli pregiate». 

Idee per il futuro? «Coinvolgere ogni anno delle nuove imprese e affiancare all’attività fatta nell’ambito del progetto Rid anche un’attività specifica nelle classi del master per rispondere alle esigenze specifiche delle aziende. Vogliamo dare agli studenti tutti gli strumenti per poter sperimentare e realizzare una consulenza a 360 gradi. Il Rid è un progetto che ha molte potenzialità di sviluppo. Occorrerebbe coinvolgere attori sul territorio come la Camera di Commercio che in Olanda è già parte importante del progetto».

Punto di forza di un master come il vostro? «La possibilità di contare su una faculty internazionale formata da accademici su cui si innestano i contributi che vengono dal mondo delle imprese. Sono coinvolte anche le Risorse Umane del settore in modo tale da creare delle possibilità di stage. Le aziende si presentano e conoscono gli studenti, così possono nascere dei rapporti di lavoro».