Grazie a uno studio internazionale coordinato da esperti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS si aprono nuove prospettive per la cura della fibrosi polmonare idiopatica (IPF), una malattia rara la cui diffusione è però destinata ad aumentare, complice l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle diagnosi precoci: pamrevlumab, un anticorpo monoclonale, rallenta la progressione della malattia  bloccando una molecola chiave, il connective tissue growth factor (CTGF).

Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Respiratory Medicine ed è stato coordinato a livello globale dal professore Luca Richeldi (nella foto), Ordinario di Pneumologia all’Università Cattolica - campus di Roma e.direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pneumologia del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.

Il trial clinico ha arruolato 103 pazienti affetti da IPF in 7 Paesi e ha mostrato che il trattamento con una dose (30 mg per chilo di peso del paziente) di pamrevlumab per via endovenosa ogni 3 settimane per la durata di un anno rallenta la perdita di funzione respiratoria di circa il 60%, rispetto a una sostanza placebo. Inoltre il farmaco sembra avere effetti positivi sulla qualità di vita dei pazienti e sull’indice di fibrosi (che si usa per misurare la gravità della malattia).

Pamrevlumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che si lega al CTGF, una delle molecole al centro del processo di deposizione del collagene. Questo processo, coinvolto nel fisiologico meccanismo di cicatrizzazione dei tessuti, è anche responsabile dell’anomala deposizione di collagene nelle fibrosi polmonari.

L’insieme dei risultati riportati in questo articolo sono la base dello studio di fase 3, denominato ZEPHYRUS, che arruolerà a livello globale circa 600 pazienti in un disegno verso placebo per la durata di un anno. «Lo studio - conclude il professor Richeldi – che ha già arruolato i primi pazienti e che auspicabilmente confermerà i promettenti dati emersi dallo studio di fase 2, sarà coordinato a livello mondiale dalla Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS».