Toccherà farsene una ragione: la mente di tutti noi è, per sua stessa natura, furiosa.

Parola di Lucilla Giagnoni, nota autrice e attrice teatrale che è intervenuta nella sede di via Trieste nell’ambito del ciclo “Letteratura&Teatro 2016” coordinato dalla professoressa Lucia Mor, per raccontarsi e raccontare la genesi dello spettacolo Furiosa Mente. Manuale del guerriero da Omero a Star Wars, che andrà in scena in città, al teatro Santa Chiara, fino ai primi di dicembre.

«Ho compiuto 52 anni, non ho dunque vissuto direttamente gli orrori della guerra ma, grazie ai racconti e alle abitudini di mia nonna, sono stata educata ad averne timore ed orrore. – ha esordito Giagnoni – Oggi il mondo è estremamente diverso, il vero campo di battaglia è nella nostra testa. La nostra mente non prevede tregue: è sempre, perennemente in azione, in combattimento. Un’azione che è sinonimo di conflitto interiore, basti pensare a quando dormiamo…la nostra mente è enormemente attiva, lo è in maniera incredibile».

Da qui ha origine l’idea di porre la figura del guerriero come centrale nello spettacolo: «Se il campo di battaglia è la nostra mente significa che cura, attenzione alle parole ed educazione divengono necessarie per esprimere cosa ci anima e cosa serve per placarci. Ciò significa addestrarsi, addestrare la mente. E chi si addestra per eccellenza? Il guerriero. Nel corso dello spettacolo do voce a sette guerrieri tra i più emblematici della storia e della letteratura. Qualche esempio? L’Orlando furioso, San Francesco – che fu cavaliere - come pure Sant’Ignazio di Loyola prima di sposare la causa gesuita. Il penultimo dei miei sette guerrieri è una donna».

Per quanto concerne la struttura dello spettacolo: «Ho scritto il testo come la narrazione di un videogioco. Lo spunto è venuto osservando mia figlia e le sue passioni: ho scoperto che esistono videogiochi con una struttura narrativa incredibile, in cui ci si può costruire il proprio guerriero/personaggio per poi affrontare prove scelte da noi e che ci portano a salire di livello. Non ho particolari affinità col mondo delle tecnologie ma, essendo una madre e volendo offrire un’interpretazione del reale attraverso il mio lavoro, questo fatto della costruzione di un avatar, del superamento delle prove e, soprattutto, delle analogie che tutto ciò ha con il nostro quotidiano…mi è sembrato interessantissimo».

Risvolti positivi e negativi delle odierne conquiste tecnologiche e delle comunicazioni che, in quella che è parsa un chiusura circolare, in Giagnoni tornano a riferirsi a un contesto di conflitti: «Circa un anno fa, in questo periodo, assistevamo alla strage parigina avvenuta al teatro Bataclan; pare che gli attentatori abbiamo comunicato tra di loro proprio attraverso uno di questi videogiochi. Il mondo in cui viviamo oggi è, allo stesso tempo, tremendo e meraviglioso; e io vivo ogni giorno meravigliata - per ciò che oggi siamo riusciti a conquistare e per cosa ci è concesso fare – ma, allo stesso tempo, pensierosa».