Dalla possibilità di predire la comparsa dell’Alzheimer sulla base di cambiamenti dell’empatia (la capacità di riconoscere le emozioni altrui) di un individuo alla possibilità di predire il Parkinson sulla base di errori di scrittura del soggetto.

Sono solo alcune delle affascinanti prospettive emerse da studi targati Università Cattolica e presentati all'inizio del mese di Settembre nella sede di Milano dell'Università Cattolica in occasione del VII meeting della Federazione Europea delle Società di Neuropsicologia (FESN) organizzato da Stefano Cappa, past President della Federazione, Costanza Papagno, Presidente della Società Italiana di Neuropsicologa, e Maria Caterina Silveri, Ordinario di Neuropsicologia del'Ateneo.

 

Al congresso, hanno partecipato oltre 450 studiosi di fama internazionale, provenienti sia dall’Italia, sia da numerosi paesi europei, dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Australia. Gli studi presentati sono stati condotti nei vari campi delle Neuroscienze Cognitive, sia dal punto di vista dei meccanismi alla base del comportamento, sia da quello relativo alle applicazioni cliniche, in tutte le patologie che danneggiano il cervello, compromettendo le funzioni cognitive. Tra i temi trattati, molta attenzione è stata rivolta alle malattie neurodegenerative quali le demenze e la malattia di Parkinson. Sono state presentate le varie procedure volte a migliorare l’accuratezza delle diagnosi e ad implementare i programmi di riabilitazione, anche tramite il supporto di tecnologie innovative di neuroimmagine e neurofisiologiche che potranno trovare in tempi brevi applicazione in ambito clinico.

 

"Le ricerche presentate - sottolinea la professoressa Silveri - testimoniano di una grande vivacità culturale e di un significativo interesse dell'Ateneo per la neuropsicologia che si conferma essere (e sempre più lo sarà in futuro) scienza “a ponte” tra gli aspetti teorici e l’applicazione in clinica".

 

Rilevante è stato il contributo dei neuropsicologi della Cattolica che hanno presentato vari studi in ambiti diversi della neuropsicologia clinica. In particolare uno degli interventi (firmato dal gruppo di Neuropsicologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, composto da Davide Quaranta e Camillo Marra, docenti dell’Istituto di Neurologia) ha descritto come alcuni aspetti della cognizione sociale possano contribuire a prevedere, in pazienti con disturbi cognitivi lievi, una possibile evoluzione verso forme conclamate di demenza neurodegenerativa, in particolare, la malattia di Alzheimer. I pazienti affetti da deterioramento cognitivo possono presentare frequentemente una alterazione della cosiddetta “cognizione sociale”, ovvero di quell’insieme di competenze necessarie per l’interazione con gli altri. Una delle dimensioni fondamentali della cognizione sociale è rappresentata dall’empatia, ovvero dalla capacità di farsi partecipi degli stati emotivi e delle attese degli altri.

Nell'intervento di Daniela Chieffo, psicologa presso il Servizio di Psicologia Ospedaliera - Neuropsichiatria infantile della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS) è stata riportata una ricerca che ha consentito di individuare nei bambini le prove di linguaggio che, somministrate prima della rimozione di una neoplasia del cervelletto, sono in grado di prevedere l’occorrenza e la gravità del mutismo, che è una frequente complicanza post operatoria.

Nell'intervento di Nicoletta Ciccarelli, ricercatrice del Dipartimento di Psicologia dell’'Università Cattolica, svolto in collaborazione con il Centro di medicina dell’Invecchiamento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, sono stati descritti inoltre, in pazienti con demenza e disturbi del linguaggio,  gli errori di scrittura che possono predire la comparsa di una sindrome parkinsoniana, in quanto espressione di un’alterazione “di alto livello” del controllo motorio.

Infine, Sonia Di Tella, dottoranda di Psicologia presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica,ha evidenziato con sofisticate tecniche di neuroimmagine (risonanza magnetica) in uno studio condotto in collaborazione con la Fondazione Don Carlo Gnocchi di Milano in pazienti con malattia di Parkinson, quali connessioni cerebrali siano coinvolte nei processi di scelta delle parole. Il risultato è stato l’identificazione di una connessione (fascicolo uncinato) la cui integrità è necessaria per portare a termine tale processo.