"Mettendo alla prova le università del futuro: imparare dalla pandemia COVID-19 e guardare avanti" è il titolo della conferenza pubblica che lo scorso novembre è stata promossa da UnILiON, il network di circa 150 liaison offices di università europee a Bruxelles di cui l’Università Cattolica è attualmente presidente, e che ha visto la partecipazione di più di 150 istituzioni.

La sinergia tra educazione e ricerca è stata al centro del dialogo che si è svolto prima della conferenza annuale, a cui hanno partecipato per l’Università Cattolica il prorettore Antonella Sciarrone Alibrandi, il delegato del rettore per la ricerca scientifica e la sostenibilità, Roberto Zoboli, e il direttore della funzione Ricerca, Guido Castelli. Si è parlato delle priorità sulle quali si concentreranno Portogallo e Slovenia una volta incaricate della Presidenza il prossimo anno. È stato rinnovato lo Spazio europeo per la ricerca e proposto un neonato Spazio europeo per l’educazione. Inoltre si è dibattuto sul rapporto tra università e impresa perché lo sviluppo di competenze e innovazioni sia adeguato alle necessità concrete della società.

L’evento ufficiale è stato aperto dal Segretario Generale di UnILiON Alexandru Marchis, rappresentante dell’Università Cattolica a Bruxelles, che ha ricordato il ruolo delle università come pilastro dell'identità politica dell'UE e la loro importanza nel dare un contributo alla crisi in corso.

Cristian Silviu Busoi, Chair del Comitato ITRE del Parlamento Europeo e Milan Zver, rapporteur del Programma Erasmus+ per il Parlamento Europeo, hanno poi evidenziato la dimensione politica della ricerca e il suo ruolo nell’ambito delle politiche europee messe in campo per la ripresa dalla crisi del Covid-19.

Busoi in particolare ha sottolineato che «la ricerca e l’educazione sono le forze trainanti della nostra economia e ci conferiscono un vantaggio competitivo sulle altre potenze globali che non possiamo permetterci di perdere, e che dobbiamo mantenere dando la priorità a investimenti in questo campo e alla definizione di un budget appropriato per la ricerca e l’innovazione».

Il direttore generale della DG EAC, Mrs. Themis Christophidou, ha invece chiarito la posizione e le intenzioni della Commissione europea, dichiarando che «affrontare la sfida del digitale è esattamente uno dei punti chiave della strategia disegnata da Next Generation EU, improntata allo sviluppo di competenze digitali e di una nuova pedagogia che le accompagni, con l’aiuto degli educatori, affinchè vengano utilizzate per scopi benefici ed efficaci».
Insieme a rettori e prorettori delle università rappresentate da UnILiON, Jean Pierre Bourguignon, presidente dell’ERC (Consiglio Europeo della Ricerca), Mrs. Anna Panagopoulou e Mrs. Vanessa Debias-Santon della Commissione europea, hanno proseguito l’incontro con un dibattito di rilievo sviluppato in due panel.

Nel primo si è discusso dell'educazione quale agente di cambiamento per le economie e le società europee. Attraverso un'esperienza di longlife learning e un processo di riqualificazione e miglioramento delle competenze per i lavoratori alle prese con un nuovo mercato del lavoro, l'istruzione può infatti aiutare a plasmare una "nuova normalità" dopo la crisi, consentendo alle nostre società di affrontare le sfide presenti e future ed evolversi in società basate sulla conoscenza.

Come preparare le università, in quanto principali attori di questa rivoluzione del settore dell'istruzione, a raggiungere questi risultati? È stata proposta l'introduzione permanente di un approccio misto che combini metodi di insegnamento online e offline, e implichi uno sforzo da parte degli educatori per migliorare le loro abilità digitali e creare una nuova pedagogia incentrata sullo studente, fino ad arrivare alla promozione della mobilità o al tentativo di ricreare l'esperienza Erasmus attraverso lo scambio online, sia dal punto di vista didattico che da quello del networking sociale.

È stata inoltre considerata una strada percorribile l’introduzione di nuovi curricula che rispecchino maggiormente le esigenze della modernità e siano più compatibili con i vari percorsi di rieducazione dei lavoratori che andranno portati avanti.

La seconda sessione, invece, si è concentrata sulla cooperazione universitaria nell’ambito della ricerca per una risposta rapida alle future emergenze globali, a partire dal ruolo rafforzato che ricerca e innovazione hanno guadagnato dalla pandemia.

Dal dibattito è emersa la necessità di co-creare un rinnovato Spazio europeo della ricerca in cui collaborino le istituzioni UE, gli Stati membri e le università: queste ultime in particolare sono attori cruciali all’interno degli ecosistemi di innovazione a livello regionale, poiché in grado di promuovere direttamente sul territorio la crescita economica e attrarre talenti a livello locale.

Ricevere adeguati finanziamenti è una delle premesse essenziali per la realizzazione di queste novità, insieme alla regolamentazione di alcune questioni legali, e alla disponibilità di tutti gli attori coinvolti a partecipare in modo proattivo.

Sul sito di UnILiON si può ascoltare la registrazione integrale degli interventi.