È stato pubblicato in formato elettronico il volume “Il mercato del latte. Rapporto 2018”, con cui l’Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici (OMPZ) dell’Università Cattolica di Cremona prosegue nel consueto appuntamento annuale di analisi del mercato nazionale e internazionale di latte e derivati.

La ventiquattresima edizione dello studio, lungi dal limitarsi ad una semplice elencazione dei fatti di mercato, rappresenta un’analisi dell’intera filiera produttiva, in grado di fornire delle chiavi di interpretazione che, a partire dal comportamento dei singoli operatori e gli strumenti contrattuali di determinazione del prezzo del latte, considerano gli effetti dello scenario internazionale e delle politiche comunitarie di settore, realizzando uno strumento di conoscenza del “sistema latte” a supporto di tutti coloro che, a diverso titolo – si tratti di istituzioni pubbliche, organizzazioni professionali, strutture associative, operatori d’impresa e studiosi – sono chiamati a contribuire al suo funzionamento.

Il quadro che ne esce è nel complesso soddisfacente: il settore internazionale continua a crescere, sia in quantità che in valore, trainato da una domanda ancora vivace, e anche il mercato italiano ha mostrato nell’ultimo biennio più di un segno positivo, sia dal lato dell’export che, sia pure più timidamente, per i consumi interni.

Il 2017 è stato per il mercato internazionale un anno di svolta, poiché mentre la produzione ha subito una frenata, in conseguenza di un precedente triennio negativo per i prezzi delle commodity lattiere, la domanda mondiale è invece tornata decisamente vivace: il prezzo medio del latte scremato in polvere è stato superiore del 21% rispetto all’anno prima, quella del formaggio (Cheddar) del 24% mentre l’incremento per il burro è stato addirittura del 66%.

La risposta del sistema produttivo non si è fatta attendere nel 2018, con una crescita della produzione di latte stimata al +2,1%, le esportazioni di burro si stima che siano aumentare del 6,7%, quelle di latte scremato in polvere del 5,6%. Non sorprende che i prezzi abbiano frenato, soprattutto nella seconda parte dell’anno, ma sono comunque rimasti su livelli elevati: nei primi 11 mesi, rispetto all’anno prima, il prezzo del burro è calato del 3,7%, quello del Cheddar del 4,8% e quello del latte intero in polvere del 7,1%.

Segnali positivi si osservano anche sul mercato nazionale, con una crescita dell’indice Ismea dei prezzi all’origine di latte e derivati (base 2010 = 100) che dopo un minimo di 94 in giugno 2016 è arrivato fino a superare 115 in ottobre 2017, salvo poi subire un assestamento e posizionarsi a 110 in settembre 2018. È migliorata anche la bilancia con l’estero, con un calo dell’import di latte liquido sia nel 2017 che nel primo semestre 2018 e una sensibile crescita delle esportazioni di formaggi Grana.

E’ poi significativo osservare che nel 2017 è aumentata la spesa delle famiglie per latte e derivati (+1,2%), anche s evi è poi stata una certa contrazione nel primo semestre del 2018 (-0,3%). Tutto ciò in un contesto di crescita della produzione: nella campagna 2017/18 si calcola un incremento del 4,0%, dopo il +2,9% della campagna precedente, e malgrado vi sia stata la chiusura di quasi il 4% delle stalle. Quello della concentrazione degli allevamenti è peraltro un dato costante di anno in anno: nell’ultimo decennio hanno chiuso oltre 15 mila stalle, ossia più di un terzo di quelle che erano attive nel 2007/08.

L’intero rapporto è liberamente scaricabile su pc a questi link:
http://www.ompz.it/fileadmin/user_upload/Latte_2018_completo_per_link_OMPZ.pdf
https://bit.ly/2VzKXyi