Le limitazioni di viaggio e di spostamenti geografici non hanno fermato la didattica del laboratorio di Fotografia dei Beni Culturali attivo al Dams. La dimensione di isolamento e costrizione casalinga ha obbligato gli studenti a riconsiderare il proprio concetto di visione, spostando sguardo e obiettivi fotografici dalla realtà esterna a quella interna alle proprie case e della propria quotidianità, scovandone tratti inediti.

Già, perché quest’anno il laboratorio del professor Bob Tyson, che alle lezioni in aula generalmente affianca dei tour lungo le vie di Brescia guidando gli studenti nella ricerca di scorci da immortalare e suggestioni visive, è stato necessariamente tenuto a distanza. Una distanza notevole, dal momento che il docente è rimasto negli Stati Uniti, dove da oltreoceano ha coordinato il lavoro degli studenti confinati entro le mura domestiche.

Poteva apparire come un problema, ne è emersa un’opportunità. «Abbiamo fotografato spazi a noi cari, ciò che avevamo vicino e a disposizione, ma cambiando il nostro punto di vista» spiega Maria Chiara Signorini, una delle studentesse iscritte al laboratorio. «In un periodo complicato, che ci ha costretti in una sorta di clausura, abbiamo intrapreso quella che definirei una riscoperta dei sensi e delle sensibilità, constatando come la fotografia non sia solo tecnica ma anche una personale visione delle cose. Abbiamo seguito i suggerimenti del professor Tyson, a volte fallendo, a volte stupendoci di noi stessi. I nostri scatti sono brevi estratti delle nostre vite quotidiane, frammenti di quella che è stata la nostra realtà nelle ultime settimane».

Una riflessione sulla sfida di questo momento, la rappresentazione della persona in uno spazio aperto o pubblico, la figura umana nell’isolamento con o senza legame col mondo, la visione del mondo che sarà dopo, io e la fotografia: questi alcuni dei temi che i ragazzi hanno dovuto sviluppare mediante scatti e testi scritti in grado di motivare le proprie scelte stilistiche. 

«Le lezioni frontali in aula e il potenziale che i miei studenti vanno scoprendo mentre esplorano il centro storico cittadino muniti di macchina fotografia sono da sempre alla base del mio corso» ha precisato il professor Tyson. «Privato di questa dimensione l'insegnamento virtuale non è stato semplice, ma ha prevalso la grande volontà degli studenti e, alla fine, la forza sorprendente delle loro opere».