di Tito Caffi e Vittorio Rossi – DIPROVES (Dipartimento Scienze delle produzioni vegetali e sostenibili)

Nel progetto di ricerca europeo BIOVINE, finanziato dal CORE Organic Cofund e coordinato dal Prof. Vittorio Rossi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, diverse essenze erbacee (cover crops) sono in corso di valutazione per la loro efficacia nel limitare la diffusione delle malattie sia splash-borne (diffuse dagli schizzi di pioggia) che air-borne (trasmesse dalle correnti d’aira) in vigneto. L’obiettivo principale è ridurre il rischio di malattia e quindi l’utilizzo di fungicidi.

Molte importanti malattie della vite, come ad esempio la peronospora, svernano grazie a spore durevoli specializzate (le oospore), in grado di sopravvivere alla stagione avversa e che si trovano nella lettiera del vigneto. A partire dalla primavera queste oospore gradualmente germinano e rilasciano dei propaguli, le zoospore, che raggiungono le superfici vegetali attraverso gli schizzi di pioggia e, se le condizioni ambientali sono favorevoli, avviano le cosiddette infezioni primarie. Queste non solo possono dare avvio all’evoluzione epidemica della malattia, ma possono già esse stesse causare ingenti danni alla produzione.

L’impiego di cover crops, ovvero essenze o miscugli che vengono appositamente seminati nell’interfila della coltura principale, è già stato studiato come un mezzo per limitare la dispersione dei propaguli di malattia in varie combinazioni pianta-patogeno (come ad es. su grano e su fragola), ma non in vigneto. Pertanto, nel progetto BIOVINE sono stati pianificati esperimenti specifici per verificare la possibilità di utilizzare essenze che in vigneto possano aiutare a ridurre la dispersione dei patogeni che svernano nella lettiera (foglie, residui di potatura o grappoli mummificati).

Per la peronospora della vite, nel campus dell'Università Cattolica di Piacenza, sono state realizzate parcelle seminate con rafano così da avere diversi livelli di copertura del suolo per verificare l’efficacia di questa cover crop nel limitare o smorzare gli schizzi di pioggia (unico veicolo fisico che permette alle zoospore di P. viticola di raggiungere la vegetazione). Grazie all’impiego di un colorante naturale, piogge artificiali, cartine assorbenti e un software di analisi delle immagini per contare numero e dimensione delle gocce, è stato possibile studiare le componenti meccaniche necessarie alla dispersione della peronospora in vigneto.

Le prove in campo a oggi effettuate su piccola scala hanno dimostrato che la copertura del suolo, sia del sottofila che dell’interfila, e la struttura della chioma delle cover crops sono potenzialmente in grado di ridurre in modo significativo la dispersione delle spore fungine attraverso gli schizzi di pioggia. Esperimenti simili sono in corso anche per altri patogeni (malattie del legno o la muffa grigia del grappolo) sia su piccola scala nel campus di Piacenza, che in pieno campo presso aziende del territorio piacentino. Con il gruppo di lavoro del nuovo progetto PSR Misura 16.1.1 Focus Area 4B RESISTI, si estenderanno le prove con le essenze selezionate durante la sperimentazione BIOVINE in diverse aree viticole della regione Emilia-Romagna.