I cambiamenti climatici in atto, in particolare l’aumento della temperatura e l’eterogeneità delle piogge che investono il bacino del Mediterraneo, spostano il futuro produttivo dell'olivocoltura sulla cartina geografica. Sempre più a nord, verso il 45° parallelo. 

“Servono approcci multidisciplinari per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla coltivazione dell’olivo” sostengono i professori Ettore Capri e Sergio Tombesi, docenti della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali che dedicano nuovi spazi di ricerca a questa coltura in continua crescita nei territori emiliano-romagnoli.“ La valorizzazione di una produzione di olio di qualità, caratteristica imprescindibile per un olio sostenibile, significa soprattutto cura nella coltivazione attraverso l’innovazione tecnologica attenta al rispetto delle persone e dell’ambiente”.

L’occasione per lo sviluppo di modelli di studio e di gestione è fornita dal nuovo progetto “Terre dell’Olivo” finanziato con il contributo PSR 2014-2020 della Regione Emilia Romagna e coordinato dal CRPV, volto a sviluppare supporti operativi per la valorizzazione e  la promozione di una filiera olivo-oleicola altamente sostenibile, attraverso la valutazione della vocazionalità delle terre dell’Emilia Romagna.

L’idea dello staff di ricerca dell’Università Cattolica di Piacenza, coordinato dal prof. Capri, è quella di riuscire a trasferire i 10 anni di ricerca sulla sostenibilità del vino -che oggi gode del marchio VIVA-, in un protocollo nazionale per la filiera olivo-oleicola.

“Obiettivo della ricerca è accompagnare il cambiamento nazionale del settore verso uno standard unico di sostenibilità. Si tratta di un’opportunità soprattutto per le valli del Ducato di Parma e Piacenza, la cui agricoltura è oggi economicamente più vulnerabile ma dove già si sta producendo un olio tipico molto apprezzato dai consumatori” spiega il prof. Capri. 

Il nuovo asset produttivo e l’innovativo approccio di sistema vedrà a breve anche il coinvolgimento dei Ministeri, dell’industria e delle associazioni responsabili in prima persona dei sistemi di qualità alimentare e sostenibile del Made in Italy.