Dalla laurea magistrale in Fisica teorica conseguita al campus bresciano, il PhD in Econofisica, sino all’attuale posizione di direttore presso la sede londinese di UBS, banca privata che offre servizi d’investimento e di gestione dei patrimoni istituzionali, aziendali e privati. È il percorso di Luca Spadafora, che da Londra ci racconta la sua professione che unisce discipline fisiche ed economiche.

Di cosa ti occupi attualmente e com'è la giornata tipo in qualità di direttore presso la sede di UBS? «Mi occupo di validazione di modelli di Algo-trading, ovvero trading algoritmico. Si tratta di algoritmi che decidono automaticamente come e quando investire in modo ottimale, investimenti che avvengono con una frequenza molto elevata – parliamo di molteplici operazioni nell'arco di un secondo - che non possono essere gestite da un essere umano. La definizione di ogni algoritmo si basa su diversi modelli matematici che interagiscono tra loro, sull'analisi di una grossa mole di dati e sulla conoscenza approfondita dei mercati. Per farlo gestisco e supervisiono un team che si occupa del controllo di tutto ciò, nel contempo cerco di capire se e quando l'algoritmo potrebbe sbagliare nel prendere una decisione, valutando pertanto i rischi annessi. Per questa seconda attività è fondamentale uno studio approfondito dell'algoritmo stesso, nonché la capacità di scrittura di codice per poter essere in grado di effettuare simulazioni».

Come e cosa è cambiato nel tuo lavoro alla luce della situazione sanitaria attuale e dei relativi provvedimenti adottati nel Regno Unito? «In realtà non molto. Prima della diffusione dell’emergenza sanitaria lavoravo stabilmente da casa per alcuni giorni alla settimana, ora semplicemente gestisco la totalità del lavoro da remoto. Inoltre spesso mi trovo a dover interagire con persone che operano in Cina o in America, di conseguenza i meeting avverrebbero in ogni caso con la modalità della videoconferenza».

Quali delle competenze acquisite sui banchi dell'Università Cattolica sono fondamentali nella tua attuale professione e quali invece reputi sia necessario continuare ad aggiornare? «Importanti sono sicuramente la conoscenza della matematica e il suo utilizzo per la modellizzazione di sistemi complessi. Mi riferisco, in particolare, alla capacità di osservare i dati come risultati di esperimenti scientifici, cercando di operare un distinguo tra ciò che può essere rilevante e ciò che non lo è. Lo sviluppo di una forma mentis scientifica in grado di approcciare i problemi con il giusto rigore non è necessariamente sinonimo di precisione, ma permette di giungere a stimare di quanto si può sbagliare. Da aggiornare regolarmente, invece, sono le nozioni relative agli ultimi sviluppi in termini di modellizzazione matematica, in particolare, in questo periodo, quelli legati all'intelligenza artificiale».

Che cosa consiglieresti agli studenti che oggi vogliono intraprendete un percorso di studi e/o professionale similare al tuo? «Direi loro di studiare molto. Inoltre, a prescindere dall’argomento oggetto di studio – che oggi può essere l'intelligenza artificiale, domani potrà essere qualcosa d’altro - è importante sviluppare una mentalità critica e una profonda comprensione di ciò che si sta studiando. La competenza superficiale può essere sostituita con poche righe di codice».