Vince il connubio formazione - mondo del lavoro. In una parola #EmployAbility

L’ultima testimonianza arriva dalla challenge Take Flight Program aperta agli studenti della laurea magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse (CIMO) dell’Università Cattolica che l’8 maggio è arrivata alle battute finali.

Dalla comunicazione interna in azienda attraverso il digitale alle nuove strategie di marketing omnichannel, dall’uso dei media digitali tra gli attori del sistema sociosanitario alle strategie per implementare la figura del brand ambassador. Sono questi i temi dei quattro progetti vincitori della seconda edizione della challenge con le aziende partner Artsana, Bollani, Healtware Group, Boston Scientific.

Sul podio sono saliti Silvia Lamacchia con un progetto per Artsana, Nicola Crippa per Bollani che celebra il novantesimo dalla sua fondazione, Giulia Polli per Healtware International, Naomi Verena Pagani per Boston Scientific. 

I lavori presentati hanno confermato la competenza e la maturità degli studenti CIMO nell’elaborare piani di azione realizzabili, alcuni presentati in lingua inglese, così come nel prendere decisioni strategiche, in linea con le esigenze dei brand e capaci di un confronto propositivo con la situazione che stiamo vivendo.

Un momento importante a conclusione di una challenge che mira ad avvicinare il mondo universitario con quello aziendale, favorendo il placement. Gli studenti, infatti, hanno lavorato su reali casi aziendali, e i vincitori sono stati selezionati per uno stage in azienda: un ponte solido gettato verso la loro attività professionale futura. 

«Il TFP è uno dei progetti di punta del palinsesto delle attività di professionalizzazione che scandisce il percorso biennale fino all’attività di stage - spiega Mariagrazia Fanchi, coordinatrice di CIMO -. L’idea è quella di fare rete e di creare contatti: consentendo agli studenti di conoscere e farsi conoscere da imprese importanti e che operano spesso in ambiti innovativi, compreso quello delicatissimo della comunicazione della salute; e alle imprese di incontrare giovani professionisti, flessibili, motivati e senza infrastrutture preconcette che li rende una formidabile risorsa, tanto più in questo frangente».
Il progetto Take Flight Program è nato lo scorso anno dalla collaborazione tra l’Ufficio Stage & Placement dell’Ateneo, le Career Adviser e le coordinatrici del Corso di laurea. 

La challenge quest’anno si è avvalsa della figura dei #mentori, ex studenti CIMO che hanno seguito i partecipanti nell’ideazione dei loro piani di comunicazione attraverso un tutoraggio peer-to-peer, restituendo le competenze acquisite durante il loro percorso di formazione e quella maturate in questi primi mesi di attività professionale.

Il percorso verso la finale si è snodato tra analisi di mercato, strategie in ambito marketing e comunicazione da implementare in ottica omnicanale, proposte creative contestualizzate nel tempo del Covid, seguendo un modello di learning by doing, e sviluppando competenze hard e soft, essenziali per proporsi al mondo delle imprese e per raccogliere la sfida del comunicare. 

«Il progetto di Boston Scientific riguardo al Brand Ambassadors Program era perfettamente in linea con il mio profilo di studi in comunicazione d’impresa e anche lo stage in palio si sarebbe svolto proprio all’interno del team di comunicazione corporate - ha dichiarato Naomi Verena Pagani -. È stato fondamentale saper ascoltare i feedback dell’azienda per poi applicarli al progetto, anche stravolgendo le proprie idee! Credo che oggi un atteggiamento open-minded sia particolarmente apprezzato dalle aziende, accompagnato da capacità di ascolto e passione per tutto ciò che si fa». 

Anche per Nicola Crippa è stata un’esperienza importante: «Ho avuto la fortuna di trovare un’azienda come Bollani Milano 1930 con cui mi sono sentito particolarmente in sintonia. Il punto di forza della mia campagna è stato quello di evidenziare un heritage e dei valori che l’azienda già possedeva e di mettere in luce al massimo le sue potenzialità creando un piano di comunicazione su diversi touchpoint, sia online sia onsite. Credo che sia utile imparare ad ascoltare attentamente i reali bisogni di una azienda, come comunica e quale è il suo target, per poi riuscire a instaurare un efficace canale relazionale».

Giulia Polli ha vinto per Heathware International e racconta di aver «partecipato alla challenge per mettermi in gioco e affrontare un’esperienza mai provata prima con la speranza di ampliare il mio bagaglio di conoscenze. Grazie alla partecipazione individuale sono riuscita ad acquisire più fiducia in me stessa e nelle mie capacità, ho messo in campo tutte le conoscenze apprese in questi anni di studio e ne ho acquisite di nuove grazie agli ostacoli, poi superati, durante il percorso».

Infine Silvia Lamacchia che ha vinto per Artsana pensa che «il punto di forza di TFP sia stato proporre un progetto capace di intervenire in maniera sistemica sulla comunicazione interna. Un brief nuovo e al tempo stesso attualissimo. Come vincitrice dello stage in palio, mi aspetto di mettere in pratica ciò che ho imparato dal punto di vista teorico, e di veder realizzato il mio progetto! Partecipare alla challenge è stata un'occasione per mettermi alla prova davanti ai manager aziendali, di realtà veramente importanti».