Una gioia incontenibile. È quella dei laureati magistrali della sede di Brescia dell’Università Cattolica, esplosa nell’auditorium della Camera di Commercio, dove si è svolta la seconda edizione della cerimonia di consegna delle pergamene di laurea. Un evento che si è concluso sulla scalinata del Teatro Grande con il lancio del tocco. 

La mattina di vivace condivisione, introdotta dal saluto del prorettore Mario Taccolini che ha ricordato ai neodottori magistrali come "La storia e la tradizione educativa della Cattolica è un'eredità di cui voi siete testimoni, custodi ed interpreti", ha avuto per protagonisti i giovani e meritatissimi neodottori delle diverse facoltà, accompagnati da parenti e amici. Sulle note degli allievi del Conservatorio Luca Marenzio, unite agli applausi del pubblico, è stato elogiato l’impegno dei ragazzi, la dedizione allo studio a favore della ricerca e della conoscenza, fonti indispensabili di una società attiva. 

L’importanza dell’apprendimento e della divulgazione del sapere sono state al centro del discorso del sindaco Emilio Del Bono, che ha sottolineato l’indispensabile lotta all’ignoranza, all’inciviltà e alla disumanità. Tutti fenomeni arginabili con l’istruzione, i cui risultati sono migliori quanto più contrastano la dispersione scolastica e l’abbandono degli studi. È importante riconoscersi come cittadini che hanno diritti e doveri, ampliabili grazie all’insegnamento dell’educazione civica in tutte le scuole di ogni ordine e grado. «Orgoglioso di essere il sindaco di una città che vince ogni volta la sfida educativa» ha concluso il primo cittadino. 

Nel corso della cerimonia è emerso anche il valore dello scambio di conoscenze e della reciprocità che vi è tra persone e istituzioni. L’Università dev’essere infatti intesa come un luogo ospitale e, soprattutto, in continua evoluzione: proprio perché centro delle nuove menti del futuro, deve promuovere una crescita che sostenga le esigenze di tutta la comunità. 

Un momento solenne è stato l’intervento di Monica Maggioni, giornalista e amministratrice delegata di RaiCom, laureata in Lingue alla Cattolica di Milano, che ricorda con nostalgia gli anni accademici. La laurea è un forte momento di cesura, sancisce infatti l’incontro con il mondo, inteso come responsabilità, dovere e lavoro, ma anche come soddisfazione e piena realizzazione di sé. 

Per la giornalista la complessità è uno strumento per intendere le difficili relazioni su cui si basa la vita quotidiana, in grado di fornire chi ne è detentore della capacità di scavare all’interno delle realtà, per comprenderne le infinite scale di grigi, e non le due tonalità più sgargianti, ovvero il bianco e nero. 

Nell’epoca della percezione che vince sul reale, è importante saper cogliere i dettagli, per elaborare al meglio le sfide che ogni giorno siamo tenuti a sostenere. Immedesimarsi negli altri nell’epoca del disumano, per ritrovare la chiave più bella della nostra sensibilità. Sviluppare la coscienza critica, concederci al dubbio, indagare all’interno delle storie: sono solo alcuni dei temi toccanti e profondi del discorso della Maggioni, che ha salutato il pubblico con una richiesta: «Tenetevi sempre un punto di domanda nella testa».