Prima di rispondere alle domande in un italiano, che parla ancora con fluidità, Jean Chrysostome Ngabitsunze, da marzo ministro dell’agricoltura nella Repubblica Democratica del Rwanda, chiede come sta andando la pandemia in Italia e rassicura che là il virus è sotto controllo, 256 casi con 129 guariti quel giorno, e non ha fatto così tante vittime come in Italia poiché hanno chiuso tutto, anche se all’inizio come in altri Paesi, non è stato preso sul serio.

Un interesse sincero, condito da amarcord e nostalgia verso l’Italia, che traspare in ogni sua parola, poiché qui ha trascorso gli anni della sua formazione, lui che ora a 43 anni, sposato con tre figli, oltre ad essere diventato docente all’università del Rwanda è ministro dell’Agricoltura.

Arrivato a Venezia nel febbraio del 2000, studia a Cà Foscari fino al 2005 per poi approdare a Milano, all’Università Cattolica, per specializzarsi alla facoltà di Economia con una tesi sulla microeconomia avanzata sotto la guida del professor Luigi Filippini, «un grande professore e un grande amico» dichiara con affetto Christome Ngabitsunze, «era un piacere seguire le sue lezioni e quelle degli altri docenti in via Necchi poiché tutto era ben organizzato».

Non sono anni facili per lui quelli trascorsi in Italia, quando si doveva guadagnare da vivere con lavori svolti nei call center e nei bar, ma grazie alla sua determinazione e all’impegno profuso nello studio ottiene dalla Cattolica una borsa di studio per stranieri e si laurea alla magistrale in Economia. Subito dopo vince un dottorato di ricerca in Economia e politiche agrarie all’Università Statale.

Ma il suo cuore continua a battere per il Rwanda e così nel 2009 torna in patria e inizia a insegnare all’università per fare ricerche sullo sviluppo dell’economia africana. Grazie alla sua formazione e alle competenze maturate in Italia, nel 2011 viene chiamato dal Governo per lavorare nelle agenzie che si occupano di distribuire fondi pubblici per l’agricoltura e poi il 9 marzo 2020 ad assumere l’incarico di ministro dell’Agricoltura.

«Mi occupo di agroindustria, di export e di mercati agricoli» spiega Chrysostome Ngabitsunze. L’agricoltura in Rwanda occupa il primo posto nell’economia locale, ma ci sono molti margini di crescita. Il mio Paese ha bisogno di tecnologia per potenziare le produzioni e la trasformazione dei prodotti in loco, quei macchinari di cui voi italiani siete i migliori produttori. Oltre al caffè, al the, alle noci, la macadamia è molto richiesta, stiamo puntando sull’ortocultura e sulla floricultura che esportiamo in molti Paesi anche europei».
 
Con il suo staff ha partecipato all’Expo di Milano e ora spera di poter attivare scambi commerciali con l’Italia perché è all’avanguardia e la considera la sua seconda patria.