di Luca Pesenti *

L’11 febbraio si svolgerà la XVII Giornata di Raccolta del Farmaco (#GRF2017), con l’adesione di 3.600 farmacie e oltre 14.000 volontari. Un grande gesto di carità popolare, utile anche per ricordare l’esistenza nel nostro Paese di un drammatico problema di povertà sanitaria. Nonostante da oltre quarant’anni possiamo contare su un Servizio Sanitario Nazionale universalista (e nonostante le ricorrenti polemiche sugli episodi di “malasanità”, di assoluta eccellenza rispetto agli standard internazionali), una fetta crescente della popolazione italiana non riesce a curarsi come dovrebbe. Secondo i dati più recenti pubblicati dall’Osservatorio sulla Donazione dei Farmaci, organo di ricerca promosso da Fondazione Banco Farmaceutico, oltre 557.000 persone (di cui oltre 150.000 solo a Milano, numero su cui pesa l’effetto-profughi) hanno richiesto aiuto ai 1663 enti caritativi (64 quelli attivi nel capoluogo lombardo) sostenuti nella loro attività dalla stessa Fondazione, che nel corso del 2016 ha raccolto e consegnato oltre 1,6 milioni di confezioni di medicine. 
I dati raccolti dall’Osservatorio nel suo terzo Rapporto sulla povertà sanitaria ci dicono come dentro il grande contenitore che convenzionalmente chiamiamo “povertà assoluta” (4,6 milioni di persone nel 2015, secondo l’ISTAT) si nasconda una realtà sottaciuta, talvolta incompresa, sicuramente poco visibile, eppure drammaticamente reale. Da un anno all’altro gli assistiti dalla rete di soggetti serviti dal Banco Farmaceutico sono aumentati del 37%, con una crescita soprattutto di stranieri, di maschi e per la prima volta anche di persone sopra i 65 anni di età, per i quali evidentemente la pensione non basta più. 
Poveri di tutto, anche di salute. Perché ogni persona in media spende per curarsi (tra visite, esami e medicine) 682 euro all’anno, mentre i poveri si fermano a 123 euro: di più non possono permettersi, e dunque c’è chi evita di curarsi, mentre altri (quei 557.000 di cui si è detto sopra) trovano aiuto grazie alla carità, ai volontari, ai donatori privati (350.000 confezioni donate durante la Giornata di Raccolta dello scorso anno, più altre 105.000 depositate negli appositi contenitori per la raccolta dei farmaci inutilizzati negli armadietti di casa) e alle decine di aziende che continuano a non far mancare il loro apporto con otre 1.200.000 farmaci donati nel corso del 2016. 
Questi dati confermano la presenza di un bisogno crescente, generato dalla crisi, dal susseguirsi delle emergenze sul fronte migratorio, ma anche dal reiterarsi di tagli alla sanità di questi anni, che hanno generato una continua crescita di spesa per la salute a carico delle famiglie: la spesa out of pocket in Italia è ormai stabilmente superiore ai 30 miliardi, e rappresenta il 22% della spesa sanitaria totale (pubblica + privata), superiore alla medie UE 28. Si tratta di una spesa molto alta per un sistema universalista come il nostro, eppure insufficiente: il 7% dei bisogni medici, infatti, non trovano soddisfazione per cause economiche (un valore doppio rispetto alle medie UE). 


* Ricercatore di Sociologia generale nella Facoltà di Scienze Politiche e Sociali, dove insegna Sistemi di welfare comparati