di Daria Camastra *

Quando sentii pronunciare dalla responsabile del progetto: «Seu trabalho aqui esté terminado», piano piano una serie di diverse emozioni e sentimenti iniziano a farsi spazio dentro la testa per arrivare dove rimarranno per sempre, nel mio cuore.

A Sao Tomé e Principe ho messo a disposizione le mie competenze di studentessa a Scienze e tecnologie alimentari, collaborando al progetto della Ong italiana Alisei: una iniziativa che mira a rafforzare le capacità tecniche e materiali delle associazioni di produttori e trasformatori agricoli locali, con lo scopo di creare opportunità di impiego nel settore agricolo e garantire la valorizzazione dei prodotti locali, riducendo le importazioni alimentari.

La conclusione del mio volontariato con il Charity Work Program mi ha generato una serie di strane sensazioni che con difficoltà riesco a distinguere tra loro.

Da un lato c’è un velo di tristezza e di malinconia perché il mio contributo nel progetto è terminato, ma soprattutto perché da domani mi sveglierò nel mondo "dei ricchi viziati" e inizierò purtroppo a non fare più caso alle piccole cose che solo qui a Sao Tomé ho imparato ad apprezzare. Non incontrerò più i bambini che mi urleranno: «Branca doce doce», come se realmente bastasse una semplice caramella a renderli felici.

E poi, c’è paura e angoscia perché mi rendo conto che trascorrere un mese a Sao Tomé non serve a migliorare la situazione dell'isola: probabilmente non basterà neanche un anno.

Ma c’è anche, per fortuna, felicità e amore. Felicità perché i sautomensi la trasmettono in modo contagioso; amore perché un posto così stupendo lo si può solo amare.

Spero un giorno di svegliarmi nel nostro mondo perfetto e scoprire che i grandi "esperti", che sono riusciti a scoprire tutte le migliori tecnologie per migliorare il nostro benessere da privilegiati, scoprano la formula perfetta per permettere a due mondi apparentemente così diversi di viaggiare nella stessa direzione con eguale velocità. Perché Sao Tomé e Principe é in realtà una Ferrari che per il momento viaggia come una Seicento.

* 23 anni, di Catanzaro, primo anno magistrale di scienze e tecnologie alimentari Piacenza.