I lunghi mesi di lockdown hanno reso evidente quanto la qualità delle aree verdi presenti nelle nostre città incida sulla qualità della nostra vita. Tuttavia la spesa che i comuni o i lottizzatori devono sostenere per implementarne e gestirne la presenza è vista spesso come un costo “necessario”, mal sopportato, in genere da minimizzare.
«Per quanto se ne percepisca la necessità spesso, parlando di verde urbano, si sottolineano le importanti ricadute economiche: costi per il mancato utilizzo alternativo delle aree, costi per la realizzazione degli impianti, costi per la gestione annua come quelli per irrigazione, trattamenti, potature, pulizie dalle foglie in autunno, possibili danni in caso di maltempo» fa notare il professor Gabriele Canali, supervisore scientifico del progetto “ServE Verde” e direttore di Crefis, il centro di ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell’Università Cattolica.
«Ciò che manca alla valutazione economica dei costi e dei benefici relativi agli investimenti in verde è la valutazione dei servizi di natura pubblica che il verde urbano, se ben gestito, genera per la collettività» aggiunge il professore. «Con il progetto ServE Verde, finanziato dal Gal Oglio-Po nell’ambito del Psr Lombardia, ci poniamo l’obiettivo di individuare, analizzare e comunicare i servizi ecosistemici e il contributo alla sostenibilità generato dai buoni investimenti in verde urbano».
Quali sono le azioni concrete che verranno sviluppate nell’ambito del progetto? «ServE Verde prevede la realizzazione di diverse attività informative e divulgative, compreso un convegno finale per l’esposizione dei risultati del progetto, rivolto a tutti i soggetti interessati alle amministrazioni locali, ai cittadini, agli operatori economici del settore. Conoscere i servizi ecosistemici forniti dal verde urbano e, quindi, dalle produzioni destinate a tale scopo, nonché le possibili innovazioni in termini di sostenibilità potrà aiutare le aziende del comparto florovivaistico nelle scelte produttive da realizzare nel prossimo futuro».
E per gli enti locali quali saranno le ricadute positive? «Gli enti locali potranno impiegare le informazioni sulla sostenibilità e i servizi ecosistemici forniti dal verde urbano per la promozione del territorio e, soprattutto, per una migliore pianificazione delle infrastrutture verdi. Inoltre i benefici del progetto ricadranno anche sulla popolazione, il principale soggetto fruitore del verde nelle città: una migliore consapevolezza nelle aziende produttrici del verde urbano e in chi lo gestisce non potrà, infatti, che migliorare l’offerta di infrastrutture verdi».