Shahrazad fuori dal palazzo. La donna nello spazio pubblico e il suo apporto alla lingua e alla cultura araba” è il tema della quarta edizione del Festival della lingua araba che dal 28 al 30 marzo animerà la sede di Milano dell’Università Cattolica.

Al più importante rendez-vous arabo nel mondo, interverranno oltre 50 relatori - di cui più della metà donne – da 19 Paesi (di cui 13 arabi, 4 europei - Inghilterra, Francia, Spagna, Belgio -, Stati Uniti e Canada).

Il Festival ha una forte matrice culturale perché oltre al convegno che durerà due giornate intere, i contributi scientifici e le manifestazioni collaterali coinvolgeranno molte discipline artistiche: musica, pittura, fotografia, letteratura, poesia, cinema, moda.

La domanda al centro della manifestazione è: “Come la presenza delle donne nello spazio pubblico ha cambiato la lingua, la letteratura e l’arte araba?”.

Nel 2019 si celebrano i cent’anni dalla Rivoluzione egiziana quando per la prima volta le donne conquistarono lo spazio pubblico manifestando contro l’occupazione inglese. Da allora la presenza delle donne ha impattato sulla cultura. Il Festival della lingua araba vuole essere la dimostrazione concreta che esiste un terzo modo di “essere donna” che vada oltre i due estremismi: da un lato l’orientalismo che vede la donna araba velata sotto ogni profilo, e dall’altra il femminismo. 

L’iniziativa si aprirà venerdì 28 marzo alle 19 nell’Aula Magna di largo Gemelli con un coro arabo composto da oltre 30 studenti di arabo della Cattolica che cantano canti arabo-cristiani, guidati da un docente siriano dell’Ateneo. Al coro seguiranno letture di poesie di poeti arabi lette sia in italiano sia in lingua originale, con accompagnamento musicale.

Oltre agli interventi nell’ambito del convegno scientifico, verranno offerti al pubblico diversi momenti culturali: venerdì 29 marzo l’Agorà del libro arabo (Cortile d’Onore alle ore 13); la proiezione del film “Rose avvelenate” del regista Ahmad Fawzi Saleh; la mostra “Moda e costume, linguaggi mediterranei” (via Nirone 15 tutto il giorno); la serata di poesia con accompagnamento musicale “In guerra non mi cercate. Poesia araba delle rivoluzioni e oltre” (Aula Magna alle ore 21). 

Al convegno interverranno donne arabe che hanno contribuito a cambiare la società nonostante tutti gli ostacoli incontrati. Come l’irachena Inaam Kachachi candidata al Premio Booker 2019 per la sezione araba, o la pittrice Fatima Lutah degli Emirati arabi che ha cominciato a dipingere contro lo stereotipo della proibizione dell’uso delle immagini.

Saranno presenti, inoltre, il Premio Booker Saoud al-Sanousi, scrittore del Kuwait, il ministro della cultura egiziano S.E. Ines Abd al-Dayem (anche musicista, si esibirà con il flauto durante la serata conclusiva del festival), l’ex ministro della cultura egiziano Emad Abou Ghazi, l’ex ministro della cultura del Marocco Mohammed al-Ashary, e molti professori universitari da vari Paesi.

A chiudere la manifestazione saranno Basem Darwish e il gruppo musicale Cairo Steps, gruppo arabo che suona jazz con melodie che uniscono la cultura orientale e quella occidentale.