Un omaggio a Lucio Fontana è visitabile gratuitamente in Università Cattolica da oggi al 2 febbraio.

Il pittore Giorgio Vicentini ha allestito la piccola mostra di materiali utilizzati dal grande artista che ha generato nuove visioni attraverso il suo operato “mistico” che racconta il rapporto tra arte e vita.
L’installazione intitolata “Sorgente Lucio Fontana, appuntamento con la materia” è posta in un’aula semplice, l’aula Borsi, al piano terra dell’ateneo, che si affaccia sull’atrio dello scalone d’onore, luogo di studio e ascolto per docenti e studenti, luogo che segna il passaggio quotidiano in università. È stata inaugurata oggi alla presenza dell’autore e della professoressa Cecilia De Carli che ha sottolineato come ogni materiale possa diventare arte nelle mani dell’artista. 

Dodici dischi nero opaco posti sul pavimento ospitano frammenti di gesso, pietre, vetri colorati, e ancora sabbia, porporina argentea, tubetti di colore, legno, carta, a celebrare con semplicità e umiltà il lavoro del “sacerdote laico dell’arte”, come l’ha definito Giorgio Vicentini che ha conosciuto di persona Lucio Fontana. E infondo all’aula tre volumi con le opere di Fontana sotto teca.
«Mi sono inginocchiato davanti all’arte e per terra ho adagiato con tenerezza le materie povere che Fontana ha utilizzato nelle sue opere e che diventano mistica dando il senso dell’infinito».

Quest’opera dice di un ritrovarsi e raccontarsi in luoghi di vita quotidiana di un tempo come il bar o la fonderia, una modalità di relazione che è sempre bene ricordare nell’epoca della “terza rivoluzione digitale”, come l’ha definita la prof. De Carli introducendo la mostra.
Oggi agli studenti è chiesto di mettersi a confronto con questi stessi materiali che spesso sentono come estranei. «Non fanno parte della nostra quotidianità. Per capire installazioni con oggetti che non riconosciamo è necessaria una mediazione», hanno dichiarato alcune studentesse presenti. Del resto ogni opera d’arte ha bisogno di una mediazione che ne spieghi la rappresentazione.

L’installazione, posata sul pavimento a sottolineare l’umiltà dei materiali che sono stati utilizzati da Lucio Fontana, costituisce anche un “inciampo”, come ha notato il professor Claudio Bosio. E l’inciampo costringe le persone ad alzare lo sguardo, a osservare l’oggetto in questione e trarne una riflessione: un ottimo allenamento per gli studenti che si stanno preparando ad affrontare con spirito critico la realtà.
Un passaggio veloce o lento per cogliere una suggestione, elaborare un pensiero, o semplicemente inciampare nella materia semplice che costituisce la realtà ma che può divenire sublime attraverso l’arte è un suggerimento per chiunque attraversi i chiostri dell’ateneo in qualsiasi momento della giornata.