Un incontro dedicato allo sviluppo del talento sportivo, con il team di Cattolica per lo Sport e i professionisti delle realtà del territorio, tra calcio, basket, volley e rugby. Lo sviluppo del talento, soprattutto in ambito giovanile, è infatti un terreno di grande sfida per le società sportive.

Perché pochissimi ragazzi arrivano ad alti livelli? Sono pochi i giovani talentuosi oppure è l’accompagnamento offerto dai club a non essere più adeguato?

All’Università Cattolica di Brescia il team di Cattolicaper lo Sport, la piattaforma che valorizza le esperienze e le competenze dell’ateneo per il mondo dello sport, ha organizzato il seminario Lo sviluppo del talento sportivo: le sfide per un settore giovanile. Un incontro dedicato al tema dello sviluppo del talento sportivo, attraverso uno sguardo psicosociale, in dialogo con diversi protagonisti del territorio e mediante una visione davvero interdisciplinare, tra calcio, basket, volley e rugby.

Cosa significa talento - «Da qualche anno il tema del talento nello sport è diventato di moda – spiega Caterina Gozzoli, coordinatrice scientifica di Cattolicaper lo Sport e direttrice dell’Alta scuola in Psicologia dell’Università Cattolica (Asag) -. Ma come si scopre un giovane talento e come si accrescono le sue doti? Parlare di talento significa occuparsi di transizione di carriera. I ragazzi passano da uno sport di base ad un’attività agonistica, fino ad uno sport di alto livello. A volte queste transizioni  sono invece non desiderate, ma provocate da un infortunio grave o da una mancata conferma del club di appartenenza. Il talento, però, non va sprecato: una buona esperienza in ambito sportivo, se gestita bene, può aiutare a sviluppare competenze molto utili per la propria attività professionale».

Guardare al futuro - «L’aspetto più importante è ascoltare, senza pregiudizi, facendo diventare l’altro parte del progetto – racconta Massimo De Paoli, direttore tecnico del Brescia Calcio -. Il cambiamento, nel sistema calcio, deve partire da chi è al di fuori del mondo calcistico, perchè ha una visione più obiettiva».

«Abbiamo 400 ragazzi e 7 allenatori – chiosa Matteo De Maio, direttore generale del settore giovanile del Brescia Basket -. La nostra è una grande tradizione, ma il mondo dei settori giovanili è molto simile a quello di trent’anni fa. E’ arrivato il momento di cambiare. In questo senso, il nostro primo obiettivo è avere un’attività formativa rivolta ai nostri giovani».

Si tratta di professionisti di alto livello, pertanto una sana gestione del talento non significa solo individuare e scoprire ragazzi che possano costituire il futuro della prima squadra di una società sportiva. Vuol dire accompagnarli lungo un percorso in cui il club deve essere sempre presente.

«Per questo, lo sport ha bisogno di professionisti altamente specializzati – continua la professoressa Gozzoli -. Oggi sono presenti diversi psicologi, ex alunni del master in Sport e intervento psicosociale di Asag, che stanno lavorando in queste realtà sportive: Francesca Fabbri, Fabio Pansera, Elisa Chiappani ed Emma Cotelli».

Il tema della dual career è strettamente connesso: «Far coesistere la pratica sportiva ad alto livello e l’impegno scolastico è un altra grande sfida, su cui Asag lavora a livello europeo ed internazionale», spiega Chiara D’Angelo.

«Anche la Federazione italiana rugby sta lavorando tanto sul terreno sociale – conferma Massimo Borra, responsabile del Progetto università della Fir -. E’ importante crescere una Nazionale di alto livello, lo è altrettanto puntare davvero sui ragazzi, investendo su di loro a partire dalle Accademie zonali under 18 dislocate su tutto il territorio nazionale». «Da noi i giovani hanno dai 16 ai 18 anni - aggiunge Federico Angeloni, manager dell’Accademia zonale di Remedello, Brescia -. Sono in una fase delicatissima e le pressioni sono molte, sia dal punto di vista sportivo sia da quello scolastico».

Riguardo alla rete territoriale: «Le problematiche sono molteplici: spesso i giocatori non si sentono all’altezza – conclude Fabrizio Vitali, preparatore atletico dell’Atlantide Volley -. Occorre motivarli e sostenerli. Io credo nella continua pressione, una pressione positiva, in grado di trasformare giovani talenti in giocatori da Serie A». Tra le tante realtà, il team di Cattolicaper lo Sport ha voluto creare una lente di ingrandimento sul territorio, dando voce a chi studia da tempo questi temi, ma soprattutto a chi ci convive ogni giorno, lavorando per scovare, crescere e sviluppare nuovi talenti.

http://asag.unicatt.it/asag-sport-e-intervento-psicosociale-x-edizione-presentazione