«David ci manca, ci manca la sua vicinanza, il suo continuo impegno. Lui era uno di quelli che ci affiancava sempre. Negli ultimi giorni della sua vita, quando ormai le forze lo abbandonavano, ci chiese di visitare la nuova Sala Rossa del Pronto Soccorso. Lui sarà sempre con noi». Con queste parole commosse di Mauro Alberti, collega e amico di David Matassi, è iniziata la cerimonia di scoprimento e benedizione della targa in onore di un infermiere che, dopo la laurea all’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1997 e l’assunzione al Policlinico Gemelli nel 2001, ha sempre prestato il suo servizio nel Pronto Soccorso ed è stato anche docente esperto in area critica.

«Non ho avuto la fortuna di conoscere David» ha esordito il direttore generale della Fondazione Enrico Zampedri «ma mi hanno raccontato la persona straordinaria che era, sicuramente un motivo di orgoglio per la nostra Istituzione. È un onore per tutti aver lavorato con lui, che ha onorato l'Università che lo ha formato e il Policlinico per cui ha offerto tutto se stesso fino agli ultimi giorni della sua vita. Questa targa vuole essere un segno tangibile che David è sempre qui con noi».

Dotato di elevate capacità umane e professionali, David Matassi era riconosciuto da medici e colleghi per la sua competenza, il suo attaccamento al lavoro, svolto sempre con impegno professionale, dedizione individuale, rigore e intelligenza. Era anche infermiere (con il grado di caporale) del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, ausiliario delle Forze Armate. Ha dedicato molto del suo tempo alle attività addestrative e operative nel settore della gestione sanitaria nelle maxi emergenze, nelle procedure di intervento in contesti operativi ostili (Iraq, Giordania, Pakistan, Afghanistan, Emirati Arabi), presso strutture formative specialistiche civili e militari in Italia, in Israele e negli Stati Uniti. David Matassi è venuto a mancare il pomeriggio del 17 aprile 2015, lasciando la moglie, anche lei infermiera in servizio al Pronto Soccorso, e un figlio di 7 anni.

«Neanch'io ho avuto l’opportunità di conoscere David» ha affermato l’assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica monsignor Claudio Giuliodori «ma guardando i vostri volti con l'affetto e la riconoscenza che state esprimendo posso comprendere la dedizione e la forza con cui ogni giorno ha svolto il proprio lavoro dando testimonianza di grande competenza e di generosa dedizione. Porre questa targa vuol dire chiedere al Signore di farci sentire ancora lo spirito di David che dal Cielo certamente continuerà ad accompagnare tutti coloro che qui lavorano. Sveliamo e benediciamo questa targa nel Tempo di Pasqua: il pronto soccorso è un luogo dove spesso si cammina sul crinale fra la vita e la morte: oltre alle competenze scientifiche e alle capacità tecniche servono cuore, vicinanza e solidarietà, come David ci ha dimostrato e insegnato, ogni giorno in frontiera, anche lui come tutti voi, servitore della vita e seminatore della speranza».