Le disuguaglianze e le nuove povertà sono cresciute negli ultimi decenni nei paesi occidentali con fenomeni di polarizzazione sociale accentuati dalla crisi economica scoppiata nel 2008.

Nonostante il continuo sviluppo economico e i numerosi progressi sociali e culturali, una parte rilevante di popolazione resta sempre coinvolta in processi di impoverimento e di deprivazione, sia a livello planetario che locale. Anche Piacenza, città ricca e operosa, rivela come una fetta significativa della sua collettività soffra situazioni di estremo bisogno economico e spesso anche relazionale e sociale. Il tasso di deprivazione materiale è raddoppiato dal 2008 fino al 16% coinvolgendo quindi circa 47 mila piacentini.

Lo studio, realizzato dai ricercatori del Laboratorio di Economia Locale dell’Università Cattolica coordinati dai professori Paolo Rizzi e Enrico Fabrizi, insieme ad alcuni operatori della Caritas Diocesana e del Comune di Piacenza, rappresenta un approfondimento multidisciplinare sul tema della povertà in provincia di Piacenza, ricco di misurazioni statistiche, interviste personali, storie di vita, testimonianze degli operatori.

Il titolo del rapporto (“La città controluce”, a cura di Paolo Rizzi e Massimo Magnaschi, Milano, Educatt, 2017) rimanda allo sforzo di analizzare i nuovi fenomeni di impoverimento nel loro lato nascosto: la povertà può essere letta e compresa solo nel contrasto tra luce e buio, evidenziandone linee e forme, perdendone i dettagli. Certamente il riflesso indica come le relazioni e le reti tra persone possano contribuire, se non a sconfiggere la deprivazione, a renderla più vivibile, ritrovando tutti le capacità di recuperare spazi di vita più solidali verso un welfare generativo e responsabile.

La collaborazione tra Università Cattolica, Caritas e enti locali dimostra come la comprensione di un fenomeno così complesso come la povertà debba essere interpretato in modo collettivo per individuare le risposte più adatte e inclusive per combattere uno dei aspetti più drammatici della società contemporanea