Cos’hanno in comune il celeberrimo Arlecchino servitore di due padroni di Giorgio Strehler, l’Apocalysps cum figuris del padre del teatro povero Jerzy Grotowsky e In Exitu, opera di Giovanni Testori andata in scena per la prima volta nel 1988 in un androne della stazione centrale di Milano? Sono tutti tasselli imprescindibili del novecento teatrale, la cui dirompente portata innovativa ha lasciato un profondo segno nelle estetiche e nelle pratiche teatrali contemporanee.

E' questo il programma 2016 de La Stagione Impossibile: il progetto triennale nato dalla fruttuosa sinergia tra il corso Stars dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia e il CTB -  Centro Teatrale Bresciano che, per il secondo anno, propone un ciclo di tre incontri su altrettanti spettacoli capitali del secondo Novecento.

Per il direttore del Ctb Giovanni Bandera “La Stagione Impossibile fornirà l’importantissima occasione di rivivere e approfondire, a distanza di 30 e più anni, testi e spettacoli con i protagonisti e gli artefici di allora”. Dall’altro, “oltre ad iniziative come questa, la collaborazione tra Università Cattolica e Ctb,  si concretizza anche nella possibilità di stage per gli studenti”.

Anche Carla Boroni, presidente Ctb, ha posto l’accento sulla capacità del progetto di “coniugare aspetti didattici e didascalici” mentre Carla Bino, coordinatrice scientifica dell'inziitiva, ha spiegando che “I tre spettacoli appartengono ad ere cronologiche e stilistiche distanti tra loro, ma li abbiamo tutti inseriti all’interno di questa nostra rassegna: per questo parliamo si stagione impossibile. L’obiettivo è riuscire a fornire dei codici di lettura anche a chi, come i giovani, per ovvi motivi anagrafici non ha potuto assistere in prima persona all’originarsi di tali eventi”.

Il primo appuntamento sarà dunque con Arlecchino servitore di due padroni, lo spettacolo “nato” nel 1947 dal genio registico di Giorgio Strehler che ha reso immortale il classico di Carlo Goldoni. A parlarne saranno Siro Ferrone, uno tra i più autorevoli esperti internazionali del teatro dei comici dell’Arte, e Annamaria Testaverde, studiosa del teatro rinascimentale, che effettueranno un excursus storico e artistico che dallo zanni conduce a Strehler, passando per il Settecento e la stagione rinascimentale e barocca, descrivendo il processo riforma della maschera di Arlecchino.

Si proseguirà il 21 aprile con Apocalypsis cum figuris (che debuttò nel 1969 e giunse in Italia nel 1975) e il teatro di Jerzy Grotowski. L’opera del grande maestro polacco sarà illustrata da Gerardo Guccini che parlerà del rapporto tra “corpo e coro”, in dialogo con Claudio Bernardi.

L’ultimo incontro sarà infine dedicato al rivoluzionario gesto drammaturgico e teatrale di In Exitu di Giovanni Testori che, nato come romanzo, si è distinto come uno degli episodi più significativi del teatro italiano del secondo Novecento. A parlarne sarà Franco Branciaroli che interpretò il personaggio di Riboldi Gino, l’eroinomane agonizzante in un angolo della Stazione Centrale protagonista del romanzo. Branciaroli, interpete e testimone, restituirà il significato di quell’evento insieme allo scrittore Luca Doninelli.