di Giuseppe Lupo *

Come accade da diverso tempo, gli argomenti su cui vertono i temi della maturità di quest’anno si inseriscono in un Novecento che, a parte il caso di Ungaretti, viene osservato dalla fine e non dall’inizio. Il testo di Ungaretti, infatti, riguarda i fatti di cento anni fa (la poesia Risvegli porta la data del 1916, ma è stata riproposta nella raccolta del 1919) ed è chiaramente la celebrazione di un anniversario fondativo, come la prima guerra mondiale. 

Tutti gli altri invece spostano l’attenzione su figure e temi che hanno a che fare con le questioni in bilico tra cultura e giustizia (Sciascia e Dalla Chiesa), tra vicende storiche e riflessioni sull’identità nazionale (Bartali). 

Soprattutto si chiede agli alunni di ripensare ai lasciti di un secolo attraverso le esperienze che sono giunte loro dal versante dell’arte e dalla commistione di numerosi altri linguaggi. 

Il problema che a questo punto si pone è duplice. Da un lato è lecito domandarsi come spingersi su terreni così tardo novecenteschi e addirittura post-novecenteschi, a dispetto di una consuetudine purtroppo inamovibile, per la quale i programmi scolastici relativi all’ultimo anno delle scuole superiore varcano raramente la soglia della seconda guerra mondiale. 

Dall’altro lato verrebbe quasi da pensare che a monte di tale scelta ci sia una vera e propria strategia finalizzata a spingere i docenti verso il tentativo di “svecchiare” una serie di argomenti e favorire, soprattutto nel quinto anno, lo studio della contemporaneità, così come viene auspicato nelle indicazioni ministeriali. Più che venire incontro agli studenti, l’impressione è che ci si rivolga ai professori, manchevoli sul piano dell’aggiornamento personale. Con il rischio che tale operazione, anziché recare benefici, sia di nocumento per i malcapitati studenti. Resta il dubbio che, per affrontare una sfida affascinante, com’è quella contenuta nella traccia B del testo argomentativo (che riguarda il libro di Corrado Stajano) bisogna prima di tutto conoscere il Novecento e poi stabilire quale sia l’eredità.

* docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea, facoltà di Lettere e filosofia, campus di Brescia e Milano