Nel giugno 2011 il Creleb - Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca dell’Università Cattolica, in collaborazione con la Custodia di Terra Santa e con Ats pro Terra Sancta, ha avviato un progetto di valorizzazione del patrimonio librario delle biblioteche francescane di Gerusalemme, denominato “Libri Ponti di Pace”. Il progetto, ideato da Edoardo Barbieri, docente della facoltà di Lettere, è stato reso possibile grazie al sostegno dell’Ateneo nonché di altri partner importanti quali Ats pro Terra Sancta, l’agenzia turistico-religiosa Brevivet, la Società Bibliografica Toscana, lo Studio Perrone di Milano, la Direzione Biblioteca dell’Università Cattolica di Milano e l’Associazione Bibliofili Bresciani “Bernardino Misinta”.

IL PROGETTO. Nasce da un’idea di fondo: da almeno cinquecento anni, in un contesto difficile e affascinante come quello di Gerusalemme, da sempre crocevia di popoli, religioni, culture, esiste una biblioteca. Nel 1335, proprio a Gerusalemme, venne fondato il convento francescano del Cenacolo sul Monte Sion, che in breve tempo divenne il cuore della già radicata presenza dei Frati Minori in Terra Santa, attestata già prima del viaggio di san Francesco nel 1219. Oltre un secolo dopo, nel 1342, il papa Clemente VI affidò ai Francescani, ormai l’ultima presenza cristiana rimasta in Palestina dopo la caduta di San Giovanni d’Acri nel 1291, il compito di custodire i Luoghi Santi e il convento del Cenacolo divenne il centro della provincia francescana di Terra Santa, da quel momento nota anche con il nome di Custodia. Alla metà del Cinquecento, tuttavia, la casa madre dovette subire il trasferimento forzato in un altro convento gerosolimitano, quello di San Salvatore, dove ancora oggi ha sede la Curia Generalizia della Custodia. È facile immaginare che già all’inizio della loro esperienza i frati possedessero, se non proprio un’organica biblioteca, almeno un certo numero di numero di libri che servissero allo svolgimento delle funzioni liturgiche, piuttosto che allo studio e alla meditazione personale. Le prime, frammentarie, tracce di una biblioteca francescana si hanno già nella seconda metà del Quattrocento, ma la prima data certa il 1521, quando il teologo Johann Hennigk de Haynis donò al convento del Monte Sion gli undici volumi con le Opere di sant’Agostino, pubblicate a Basilea dalla società editoriale composta da Johann Amerbach, Johann Petri e Johann Froben nel 1506. Quattro di questi volumi si trovano ancora oggi conservati presso la Biblioteca Custodiale del Convento di San Salvatore, con la nota di dono.

Da cinque secoli, allora, a Gerusalemme esiste una biblioteca e si tratta della più antica istituzione del genere ancora attiva tra Israele e Palestina. Questa storia, pur sommariamente raccontata, testimonia un dato reale: costruire spazi di studio e di ricerca, anche in un luogo da sempre complesso e affascinante come Gerusalemme, rappresenta un investimento che dura nel tempo e, soprattutto, contribuisce a costruire e a favorire il dialogo tra i popoli, le culture e le religioni. I libri e le biblioteche diventano allora dei veri e propri ponti per costruire la pace. È da questa constatazione che nasce il progetto del Creleb.

UN LAVORO COMPLESSO. Il progetto è articolato su più livelli: la catalogazione dei fondi librai antichi delle biblioteche francescane di Gerusalemme, la catalogazione di fondi speciali delle stesse biblioteche, la realizzazione di cataloghi informatizzati del patrimonio antico e moderno. Senza dimenticare però l’implementazione dei fondi e lo studio della storia delle raccolte librarie ivi conservate. Le biblioteche interessate dai lavori sono attualmente due: la prima è Biblioteca Custodiale di San Salvatore che, come detto, è la più antica e la più importante tra quelle francescane. Suo responsabile, attualmente, è p. Marcello Badalamenti. La seconda è quella dello Studium Biblicum Franciscanum, ovvero la facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia della Pontificia Università Antonianum di Roma, sita al convento della Flagellazione, sulla Via Dolorosa, il cui fondo antico (costruito sulla base di libri antichi provenienti quasi sempre da San Salvatore) raccoglie preziose edizioni soprattutto di tema biblico. Bibliotecario è p. Lionel Goh.

LA PRIMA FASE. Il primo anno dei lavori ha visto la realizzazione del catalogo analitico, realizzato cioè secondo gli canoni bibliografici specifici del libro antico, degli incunaboli e delle cinquecentine delle biblioteche del convento di San Salvatore e dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Si tratta di un fondo composto da circa seicento edizioni antiche alcune conservate dai francescani a Gerusalemme da oltre cinque secoli. Il catalogo di questa parte del fondo antico, comprendente sia le note bibliografiche relative ai singoli pezzi, sia la descrizione di ogni esemplare, sarà pubblicato a stampa nei prossimi mesi presso le Edizioni Terra Santa (ETS) di Milano. Il lavoro, in questo settore, dovrà continuare con la catalogazione delle edizioni a stampa del Sei e del Settecento, mentre un discorso a parte meritano i manoscritti. Nelle biblioteche francescane sono conservati manoscritti antichi e moderni, ma la loro repertoriazione è complicata dalla loro estrema varietà linguistica: oltre al latino sono rappresentati infatti l’ebraico, l’arabo, l’etiopico, il siriaco, l’armeno... Una vera e propria Babele linguistica e grafica che richiederebbe l’impiego di diversi specialisti che assommino alle competenze più propriamente descrittive e codicologiche, anche quelle linguistiche. Un’impresa tutt’altro che scontata!

LA SECONDA FASE. Avviata a marzo del 2012, il passaggio successivo prevede la catalogazione di un altro importante fondo librario conservato presso le biblioteche francescane di Gerusalemme, quello degli itinerari di viaggio in Terra Santa stampati dal Quattrocento ai giorni nostri. A questa sezione sta attualmente lavorando un giovane laureato in Filologia Moderna dell’Università Cattolica di Milano, Alessandro Tedesco, che grazie all’esperienza del Servizio Civile Nazionale all’Estero, oltre a catalogare le edizioni antiche e moderne degli itinerari di viaggio, sta realizzando un sito web specificamente dedicato alle biblioteche francescane di Gerusalemme. Il fondo attualmente interessato dai lavori risulta di particolare interesse non solo per il numero e la rarità dei pezzi che lo compongono, ma anche per il fatto di essere conservato proprio nei luoghi che descrive. Una fonte importante per ricostruire non solo la storia dei pellegrinaggi in Terra Santa dal tardo Medioevo ai giorni nostri, ma anche l’iconografia e l’archeologia dei luoghi, raccogliendo la testimonianza di come si siano trasformati nel tempo i santuari e tutte quelle località in cui si sono svolti i fatti raccontati nella Bibbia e gli eventi della vita di Gesù, divenute mete di pellegrinaggio e di devozione fin dall’epoca apostolica e poi (e con maggiore intensità) a partire dalla riscoperta dei luoghi della passione di Cristo da parte di sant’Elena nella prima metà del IV secolo. La maggior parte di questi antichi volumi contiene illustrazioni – più o meno fedeli – dei luoghi santi, delle città toccate durante il viaggio per raggiungerli, delle curiosità che si possono incontrare per via: un ricco repertorio che ben si presta all’organizzazione di una mostra, sia essa virtuale e disponibile on-line o bibliografica. E infatti, sul sito delle biblioteche, di prossima apertura, sarà disponibile un ricco repertorio di immagini tratte proprio da queste edizioni, mentre si sta lavorando alla realizzazione di una mostra bibliografica per la prossima inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Custodiale, che pur restando nell’area del convento di San Salvatore, verrà spostata in un’ampia e più adeguata collocazione.

Ma i fondi speciali sono anche altri. Uno, particolarmente interessante e su cui si dovrà ipotizzare uno specifico lavoro, è quello delle opere di medicina, comprendente testi a stampa dal Quattrocento in poi, il cui uso è da ricollegare alla presenza presso il convento di San Salvatore, di una farmacia. Quest’ultima era l’unica esistente a Gerusalemme e veniva incontro alle necessità dei Francescani, dei pellegrini, ma anche degli abitanti della Città Santa, a qualsiasi fede appartenessero. Notizie certe dell’esistenza della farmacia si hanno dal 1620 e la collezione dei vasi è ancora oggi conservata dai Francescani. Lo sviluppo della farmacia si ebbe con fra Antonio Menzani da Cuna (1650-1729), che la rese una delle più note nel mondo cristiano. Fu lo stesso Menzani a formulare il famoso “Balsamo di Gerusalemme” un rimedio ritenuto miracoloso adatto a guarire molti mali tra cui la peste, che ebbe una grande diffusione e un largo impiego anche in Europa per circa due secoli. Anche questa raccolta libraria è una fonte importante per ricostruire la storia della presenza francescana a Gerusalemme, attraverso documenti di vita vissuta e di un’attività che era a servizio di tutti. Studiare la storia di questi fondi, allora, diventa un modo per ripercorrere anche la storia degli uomini che li hanno creati, ma soprattutto che li hanno usati.

TERZA FASE. Il terzo livello del progetto riguarda la realizzazione di cataloghi informatici, disponibili on-line, per la consultazione e la gestione del patrimonio librario moderno delle biblioteche francescane. Un primo assaggio, che riguarderà sempre San Salvatore, sarà disponibile sul sito web in costruzione e conterrà le schede descrittive del fondo moderno degli Itineraria ad Loca Sancta. Il riversamento e la messa in linea dell’attuale, rudimentale, catalogo interno della biblioteca, avverrà nei prossimi mesi. Ha collaborato all’avvio di questo lavoro un giovane catalogatore dell’Università Cattolica di Milano, Massimiliano Mandorlo, che ha tenuto, sfruttando un periodo di ferie, un breve corso intensivo ai responsabili della biblioteca di San Salvatore, nel settembre scorso.

Il Creleb dell’Università Cattolica, tuttavia, ha avuto modo di collaborare con le biblioteche della Custodia di Terra Santa anche in altro modo. Durante l’estate ha avuto luogo il trasloco della Biblioteca Custodiale dall’attuale sede alla nuova. Due giovani collaboratrici del Creleb, Emilia Bignami e Marta Maria Altomare, hanno trascorso il mese di agosto a Gerusalemme come volontarie e hanno collaborato alla risistemazione della biblioteca nella sua nuova sede, con particolare attenzione al trasferimento del fondo antico.

Da ultimo, a partire da settembre, la laureanda in Filologia Moderna Margherita Camorani, vincitrice di una borsa di studio dell’Università Cattolica per tesi all’estero, svolgerà i suoi studi a Gerusalemme, presso la Biblioteca Custodiale e l’Archivio Storico della Custodia di Terra Santa, per ricostruire i primi cento anni di attività (1847-1946, ovvero dalla sua fondazione all’immediata vigilia della nascita dello Stato d’Israele) della Franciscan Printing Press, la prima casa editrice moderna del Medio Oriente, in grado di stampare in tutte le principali lingue occidentali e orientali. Si tratta di un lavoro estremamente interessante, che permetterà di ricostruire l’intera produzione editoriale della casa editrice francescana, sulla base non solo delle evidenze editoriali (i libri), ma anche dell’archivio storico dell’istituto i cui 155 anni di attività, che hanno superato eventi storici drammatici, sono un altro segnale che i libri possono essere strumenti capaci di superare l’odio e la violenza e divenire strumenti per costruire la pace e il confronto.

COSA RESTA DA FARE. Il progetto dunque, nelle sue varie sfaccettature, prosegue e il lavoro da fare rimane molto. Finora sono state coinvolte, complessivamente otto persone: due per un periodo breve, inferiore a un mese, quattro per un periodo di media lunghezza (fino a 3 mesi), due per un tempo più lungo (oltre tre mesi). La disponibilità di alcuni sponsor e la generosità, unita alla competenza, delle persone che hanno contribuito hanno reso possibili risultati significativi in un arco di tempo relativamente breve. Anche queste iniziative, nella loro serietà ma anche semplicità, vogliono essere un contributo concreto a seminare, attraverso la cultura del libro e della lettura, germogli di pace.