di Angelo Scola *

Fin dalla loro nascita le università hanno avuto come orizzonte ultimo del loro agire la comprensione dell’umano e la sua promozione. Le università sono state la culla dell’umanesimo e, da questo punto di vista, il loro compito è tutt’altro che esaurito. Interrogarsi sull’umanesimo contemporaneo, infatti, vuol dire entrare in dialogo con tutti ed affrontare senza pregiudizi e preclusioni la complessità culturale ed esistenziale in cui siamo immersi. Come Ateneo cattolico si tratta di farlo, però, non come osservatori distaccati o lasciandoci trascinare da ogni vento culturale, ma nella consapevolezza di aver incontrato in Cristo l’uomo pienamente realizzato, capace di rigenerare l’umanità ferita e smarrita e pertanto sorgente inesauribile di un nuovo e vero umanesimo.

Mettere a tema il senso e il destino dell’avventura umana è impresa di non poco conto, anche perché appare sempre più difficile trovare linguaggi appropriati e condivisi, denominatori comuni in grado di interpretare la realtà, visioni capaci di declinare immanenza e trascendenza dell’essere umano in uno scenario secolarizzato. Non possiamo sottrarci però alle contraddizioni del nostro tempo, ma dobbiamo affrontarle con l’umiltà di chi cond ivide le ansie e le attese dell’uomo contemporaneo. E dobbiamo farlo con il coraggio di chi ha una proposta da fare, un incontro da condividere, una verità da annunciare.

Se Maritain avvertiva l’esigenza di non perdere di vista l’‘umanesimo integrale’ e De Lubac rendeva evidente il ‘dramma dell’umanesimo ateo’, oggi sentiamo l’urgenza di superare le tante derive di un ‘umanesimo liquido’, per dirla con Bauman. In questo scenario la teologia ha molto da dire e molto da chiedere, soprattutto nel contesto di un Ateneo che ha la possibilità reale di andare oltre la parcellizzazione dei saperi e la frammentazione delle conoscenze. Il cammino intrapreso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore per incentivare e approfondire il dialogo tra la teologia e le diverse discipline scientifiche si è arricchito anche di un nuovo e prezioso strumento.

L’attivazione del ‘Collegio dei Docenti di Teologia’ e il suo inserimento nello Statuto dell’Università Cattolica possono consentire un decisivo salto di qualità sia nel rendere più organico e condiviso il lavoro di proposta della formazione teologica a servizio degli studenti, sia per quanto concerne la possibilità di collaborazione con gli altri docenti nell’ambito delle Facoltà, dei Dipartimenti e dei Corsi di laurea.

In questo percorso, che vede l’Università Cattolica confrontarsi con i più grandi centri universitari del Paese e di non poche università a livello internazionale, è ancor più necessario coltivare e rafforzare le ragioni che consentono a questa istituzione di presentarsi con un suo progetto formativo in grado di intercettare le istanze delle nuove generazioni e di dare un suo specifico contributo al dibattito contemporaneo.

Non si tratta di un processo astratto o di affermazioni di principio, ma di una reale presa in carico dei giovani attraverso una proposta che sappia rispondere alle loro domande più profonde. […] È questo, alla fine, ciò che caratterizza un ateneo cattolico: guardare ai giovani con gli occhi di Gesù, conoscerli e amarli come ha fatto lui. I giovani hanno bisogno di coltivare visioni alte e vere. E la visione non è un’allucinazione o un’illusione, ma una comprensione più profonda della realtà che consente di vivere in pienezza il presente e di essere protagonisti del futuro alla luce del disegno di Dio sulla vita di ciascuno e sul cammino dell’umanità. Su questi temi sarà di grande utilità il lavoro del Sinodo indetto da papa Francesco sul tema I giovani, la fede e il discernimento vocazionale (ottobre 2018). […]

Non bisogna avere paura di proporre l’incontro con il volto di Dio che si è rivelato nella persona reale di Gesù Cristo, maestro e compagno dei giovani. In un ateneo cattolico questo percorso, aperto a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, si attua anche grazie alla presenza di una vasta gamma di esperienze di vita cristiana. Una ricca pluriformità di realtà vitali ben radicata nell’unità ecclesiale. Anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore, come tutta la Chiesa e l’intera società, non può esimersi dal fare scelte per affrontare un presente pieno di criticità e pensare un futuro non privo di incognite, ma anche attraversato da uno spirito di ad-ventura. Un ateneo cattolico non si accontenta di rilasciare titoli, ma intende formare personalità mature e protagoniste del proprio tempo, di investire su una formazione integrale in cui i saperi siano davvero utili alla vita, in tutte le sue dimensioni.

* Stralci dalla Prefazione del cardinale Angelo Scola al libro Ordo Sapientiae. Per un dialogo fecondo tra teologia e saperi (Vita e Pensiero), a cura di Claudio Giuliodori, che inaugura la collana “Teologia e saperi”