Quattro idee per valorizzare la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano: dall’escape room dentro la chiesa, guidati dal templare Turgisio, all’installazione luminosa da condividere tramite Instagram Stories; dal racconto di Milano fatto da milanesi acquisiti, come il Santo patrono, al percorso di musica e arte. Sono i progetti migliori che gli studenti del corso di laurea magistrale in Comunicazione per l’impresa, i media e le organizzazioni complesse dell’Ateneo hanno realizzato quest’anno, raccogliendo la sfida di raccontare i luoghi di culto in epoca digitale.

Per gli 80 studenti coinvolti, la Basilica del Patrono è diventata luogo di studio e di applicazione delle conoscenze nell’ambito della comunicazione, dei media digitali, del funzionamento della rete e delle reti sociali, delle competenze economiche, analitiche e di marketing, tecniche e tecnologiche.

I progetti degli studenti del Cimo, divisi in 24 gruppi, sono stati presentati il 4 giugno in aula Pio XI. Introducendo l’incontro, l’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo monsignor Claudio Giuliodori ha definito quello tra la Cattolica e Sant’Ambrogio «un binomio inseparabile». E le immagini riprese dall’alto, che mostravano chiostri e Basilica fianco a fianco, non lasciavano dubbi.

Nelle idee proposte dagli allievi del corso sacro e profano si sono intrecciati. Due ambiti all’apparenza lontani che tuttavia, secondo la professoressa di Antropologia e Sociologia dei media Chiara Giaccardi, hanno parecchi punti in comune. A partire dalla partecipazione: sia in chiesa che sui social non si è semplici spettatori ma anche attori. Altro punto di contatto, l’inclusività: tutti accedono alla rete così come tutti possono entrare in Chiesa. E poi entrambi sono luoghi di facile connessione.

Tuttavia, sottolinea la professoressa Giaccardi, «i luoghi di culto educano ad abitare la rete perché rimandano alla dimensione verticale incarnata nello spazio; richiamano al ruolo del corpo e al valore del silenzio».

Alla direttrice dell’Alta Scuola di Media comunicazione e spettacolo (Almed) Mariagrazia Fanchi, il compito di spiegare da cosa è nata l’idea e come sono stati valutati i lavori degli studenti: «Abbiamo voluto prendere in carico la sfida di raccontare un’organizzazione complessa senza banalizzarla, provando a portare all’interno della rete i valori che sono propri di un’organizzazione complessa come quella di Sant’Ambrogio, mischiando le competenze degli studenti provenienti da lettere e marketing».

Sono stati premiati quattro progetti migliori, tre più un ex aequo, suddivisi in tre diverse aree: “Community Strorytelling”, che valorizza la dimensione della relazione e della comunità, “Religion Today”, che codifica il racconto della Basilica nel linguaggio digitale e “Basilica di Sant’Ambrogio e Milano, dove si punta sul dialogo tra la Basilica e la città di Milano”.

Per la prima categoria, i gruppi vincitori a pari merito sono stati FiatLux, che si avvale della condivisione da parte degli utenti di fotografie della Basilica tramite Instagram Stories, e RaccontaMi, che partendo dalla milanesità acquisita dello stesso Sant’Ambrogio, si propone di sfatare il mito della Milano fredda e non accogliente per raccontare la quotidianità dei milanesi di adozione.

Per quanto riguarda le altre due categorie, invece, a esultare sono stati rispettivamente i gruppi di Make Sant’Ambrogio great again, che immagina la Basilica come una sorta di escape room, con i visitatori che devono seguire un percorso svelando misteri e risolvendo indovinelli posti dal templare Turgisio sulla Basilica e la sua storia, e Opening Sant’Ambrogio, il quale si propone di raccontare Sant’Ambrogio attraverso arti formative quale musica e arte.