di Alice Freyrie e Martina Pignatelli

Gerusalemme, unica nel suo genere: si dice che qui convivano tre popoli, tre religioni. Convivenza non è però sinonimo di inclusione, spesso l’integrazione all’interno di questa società così complessa risulta in realtà fragile. In questa situazione instabile si può comprendere quanto sia problematica la vita di coloro che decidono di emigrare qui. In particolare, abbiamo avuto modo di confrontarci con la minoranza all’interno della minoranza: le famiglie cattoliche immigrate in questa città nel corso degli ultimi anni.

Il Centro Santa Rachele si prende cura dei più vulnerabili, i bambini. Il Centro li accoglie fin dai primi mesi di vita all’interno del proprio asilo nido, e li accompagna nella loro crescita personale e spirituale fino alla fine della scuola elementare. Le giornate sono piene e impegnative: i volontari, insieme a Suor Claudia, si dividono tra giochi, pappe, preghiere, pisolini, capricci, gioie e difficoltà quotidiane. Si sta insieme, si litiga e si fa pace come in una famiglia.

Ed è esattamente di questo che si tratta. Proprio come in una famiglia ci si guarda le spalle l’un l’altro, si cresce insieme e insieme si affrontano i problemi. A partire dalla stretta collaborazione tra i responsabili del Centro, che lavorano costantemente affinché tutto funzioni al meglio, passando dalla complicità che lega i più piccoli, il cui motto è you mess with one of us, you mess with all of us, per poi arrivare al profondo affetto che unisce adulti e bambini.

In questo mondo così malfermo il Centro rappresenta un porto sicuro, una casa a cui tornare. Ed è questa la sensazione che ha donato anche a noi: fin dall’inizio ci siamo sentite accolte e benvolute, rese partecipi della vita all’interno di questa comunità cattolica, accompagnate pazientemente e con amore in questa esperienza così breve ma di così grande valore.
Grazie a padre Rafik, padre David, padre Benedetto, suor Claudia e Daniella, fonti di ispirazione e di ammirazione per la passione, la perseveranza e la dedizione che mettono ogni giorno per garantire a questi ragazzi una possibilità di scelta.