Marco Cobianchi, direttore di TrueNumbers, è stato ospite alla Cattolica di Brescia, all’interno del corso tenuto dal prof. Gerolamo Fazzini, docente di Teorie e tecniche del giornalismo, con un incontro sul “data journalism”, ossia il giornalismo che raccoglie i numeri e parte da essi per raccontare una storia.

L’argomento, di particolare attualità, il tono coinvolgente del relatore - a tratti volutamente provocatorio - e la folta partecipazione degli studenti (che, a fine lezione, hanno posto numerose domande al direttore) hanno reso l’incontro molto vivace, stimolante e apprezzato. Anche se non sono mancate vibrate reazioni degli studenti ad alcune affermazioni del relatore.  

Durante la sua spumeggiante lezione, Cobianchi ha insistito su quanto complesso sia oggi il lavoro del giornalista, affermando con forza che l’obiettivo-principe rimane quello di osservare la realtà e raccontarla in maniera fedele. Proprio per questo motivo - ha sottolineato - oggi, come mai prima nella storia, un buon articolo dipende anche dai dati su cui si fonda. 

Ripercorrendo la sua storia professionale (partita in periodici locali, per poi approdare al quotidiano “Avvenire” e al settimanale “Panorama”), Cobianchi ha spiegato come, a suo avviso, la strada per cambiare il giornalismo passi oggi necessariamente dai numeri, grazie ai quali è possibile “fotografare” oggettivamente la realtà, a patto di non scegliere in maniera strumentale le proprie fonti. Ha raccontato di essere stato “folgorato”, un giorno, vedendo come Hans Rosling (medico e statistico svedese, morto due anni fa), usava una serie di dati sulla situazione sociale nel mondo, dandone una lettura originale e sorprendente. Colpito da questo approccio innovativo, Cobianchi si licenzia da “Panorama” e fonda FormatLab, società di comunicazione digitale, dalla quale nascerà poco dopo TrueNumbers, che ha l’obiettivo di proporre contributi giornalistici (articoli corredati da grafici e tabelle) basati su dati di provenienza certa. Partire dai dati e non dalle tesi, ha ripetuto Cobianchi, è il modo corretto di operare per andare oltre un giornalismo che spesso racconta quello che si vuole dimostrare (o che gli uffici marketing chiedono di narrare) e non quello che davvero accade. 

Per dimostrare come tutti siamo vittime di pregiudizi e stereotipi, il direttore di TrueNumbers ha provato a mostrare, tramite piccole domande a risposta multipla, come la percezione dei dati sia falsata dai dati scorretti che circolano: i dati reali da lui offerti smentivano infatti il sentimento comune delle persone presenti in aula. 

Per questo Cobianchi ha invitato gli studenti ad avere uno spirito critico nei confronti del prodotto-giornale, frutto del lavoro di persone che, come tutti, sono fallibili. Ragion per cui bisognerebbe, ha detto provocatoriamente, “desacralizzare” il mestiere del giornalista e imparare a mettere in dubbio sempre tutto. 

Partendo da questi presupposti, la testata di cui Cobianchi è direttore segue regole editoriali ben precise: usare solo fonti ufficiali; non fare correlazioni, perché possono essere fuorvianti; non creare scoop. Una linea editoriale che punta a discostarsi da quella della maggior parte delle testate e che, sin qui, pare premiata dai risultati, anche se - come ha ammesso Cobianchi - la quota principale del fatturato di FormatLab viene da grandi aziende, che rappresentano il 99% dei clienti, per conto delle quali la società svolge ricerche specifiche. 

Cobianchi ha concluso il suo intervento stimolando i giovani, specie i futuri operatori della comunicazione, ad essere coraggiosi e intraprendenti. E li ha sfidati a mettere nel conto le difficoltà che il giornalista inevitabilmente incontra perché, ha insistito più volte, nella misura in cui si rifiuta di sottostare a logiche di potere, il giornalista diventa scomodo. Ha pure invitato chi ha intenzione di fare “il mestiere più difficile del mondo dopo quello del cardiochirurgo” a buttarsi a corpo morto nella professione, senza troppi calcoli, sapendo che la strada è in salita e il successo occorre conquistarselo. Giorno dopo giorno, con tenacia.