Cosa accadrebbe se in futuro si potesse estrarre benzina dall’acqua e dall’aria?

Del resto è per certi versi già possibile, come ha spiegato Fabio Boschetti, laureato in Fisica a Brescia e oggi è dottorando al “MAx Planck institute” di Jena, che ha fatto ritorno nelle aule della sua ex facoltà per illustrare i primi risultati della ricerca a cui ha preso parte.

«La nostra società è basata sui combustibili fossili – ha raccontato il ricercatore - Essi permeano l’essenza stessa della società moderna, permettendo di produrre elettricità, riscaldare le nostre case, cucinare il nostro cibo e muovere i nostri veicoli. Proprio per questo motivo è molto difficile sostituirli senza alterare significativamente l’infrastruttura economica esistente.  I combustibili fossili sono idrocarburi che, come la parola stessa suggerisce, sono sostanze composte unicamente da idrogeno e carbonio. L’idrogeno può essere facilmente estratto dall’acqua tramite elettrolisi, un processo ormai noto da decenni, mentre carbonio è presente in quantità nelle emissioni degli scarichi industriali. Combinando questi due elementi in un  reattore  Fischer Tropf,  è possibile  produrre  catene  di  idrocarburi  adatte  ad  essere utilizzate nei motori esistenti, come recentemente dimostrato dal “Naval Research Laboratory” della marina degli Stati Uniti, e da altre istituzioni civili in paesi come Israele, Germania e Islanda. I combustibili prodotti in questo modo sono inoltre molto puri, cosa che produce una maggiore efficienza nel motore, e non contengono le impurità presenti nei conbustibili tradizionali quali mercurio e zolfo. Sono inoltre quasi totalmente privi di composti aromatici, cosa che provoca una notevole (40-95% per un motore a reazione) riduzione del particolato prodotto».

Per quanto riguarda le tempistiche di perfezionamento e le questioni ancora in via di definizione al riguardo, spiega Boschetti: «Potrebbero volerci ancora 10 o 20 anni per la diffusione su larga scala. Infatti, malgrado lo sviluppo di molte promettenti tecnologie ci sono ancora importanti problemi pratici da superare: nel caso delle energie rinnovabili, specialmente solare ed eolico, il problema principale èla loro dipendenza dal tempo atmosferico. Tuttavia, avendo definito il problema in questo modo, la soluzione ideale sarebbe utilizzare le energie alternative per produrre combustibili ecologici che possano essere utilizzati da tutti i macchinari originariamente intesi per i combustibili fossili. Può sembrare fantascienza ma in realtà non lo è affatto. Vi sono poi fattori do ordine politico ed economico».

Ma quali saranno vantaggi concreti derivati dall’applicazione di questa incredibile scoperta?
«I combustibili sintetici convertono l’energia prodotta da fonti rinnovabili in un comune idrocarburo semplice da stivare e maneggiare e nel fare ciò risolvono il problema gravoso della dipendenza dal tempo atmosferico, che le rende imprevedibili e intermittenti.
Permettono inoltre di mantenere l’attuale infrastruttura economica senza significativi processi di adeguamento, contrariamente ad altre tecnologie come per esempio l’idrogeno, che comunque è affetto da problematiche ancora da risolvere. Infine renderebbo plausibile l’indipendenze energetica per ogni nazione del pianeta, con un probabile aumento del benessere mondiale e riduzione della conflittualità globale» ha concluso Boschetti.