Il ruolo delle Fondazioni private in Italia nell’ampia rete del welfare, supportato dalla generosità che contraddistingue il Paese da Nord a Sud, è primario. In un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, il contributo che nasce dagli sforzi delle Fondazioni può avere un impatto sociale fondamentale.

 

Matteo Marzotto, presidente della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica Onlus nella lezione tenuta il 26 ottobre al Corso Executive Costituzione e sviluppo delle Fondazioni imprenditoriali di famiglia e d’impresa alla luce della riforma del Terzo settore, ha portato una testimonianza concreta, partendo dall’esperienza della propria Fondazione di ricerca sulla Fibrosi cistica e dai valori che ne hanno accompagnato la nascita e l’evoluzione.

 

Dall’anno di istituzione della Onlus (1997) sono stati fatti enormi passi avanti nella ricerca, parallelamente alla crescita della Fondazione stessa; sono molti e misurabili i risultati ottenuti, come, per fare un esempio, i 417 progetti di ricerca finora sostenuti.

 

Una realtà che bene illustra l’efficacia delle azioni promosse da organizzazioni non profit che nascono ispirate dalla significativa esperienza di vita di un famigliare. Ma quali sono i requisiti necessari per costruire una Fondazione imprenditoriale di famiglia o d’impresa che sia realmente di impatto?

 

«L'individuazione dello scopo della Fondazione – ha spiegato Marzotto - deve essere chiaro e coerente con i valori alla base, accompagnato da un rigido sistema di certificazione. L’importanza di regole chiare e ben precise risulta basilare per l’efficacia della governance nella sua composizione “multidisciplinare”, per mantenere e accrescere una sana reputazione. E occorre considerare il ruolo strategico del brand building, della raccolta fondi e di una specifica strategia che la governi, la centralità della comunicazione nei suoi molteplici aspetti, fino al rapporto con la comunità e, soprattutto, con i soggetti che la abitano».

 

«Matteo Marzotto – ha spiegato il professor Marco Grumo, direttore scientifico del corso, ai nostri corsisti imprenditori, ha tenuto una lezione di non profit & philanthropy management di altissimo livello, ma, soprattutto, di grande umanità. È stato un momento unico in cui ha tratteggiato tutte le coordinate delle fondazioni di qualità parlando agli addetti ai lavori con il linguaggio tipico dell'imprenditore ma anche del cuore. Reputazione, rigore gestionale, chiarezza strategica, competenze specifiche sono alcuni dei tanti consigli indicati dall'imprenditore a tutti coloro che vogliono costituire fondazioni imprenditoriali non profit e, in generale, fare impresa per bene».

 

«Occasioni come queste sono molto preziose nei percorsi di formazione continua – ha concluso Roberto Brambilla, direttore Formazione Postlaurea e Research Partnership – perché rendono evidente il legame tra l’Università e i diversi mondi professionali con cui collaboriamo. L’apprendimento permanente diventa così un’opportunità competitiva, che genera valore e crescita della persona».