di Victoria Tokatzian *

La Terra Santa è una terra di tutti e di nessuno, nel significato più profondo che possono sottintendere queste parole. La complessità della sua storia pervade ogni singolo vicolo del centro storico, dove si intrecciano e convivono quattro culture così diverse, eppure accumunate da un forte senso di appartenenza per questo luogo.

Queste dinamiche si riflettono, al contempo, sulla società e sul modo di vivere delle persone che abitano questa regione. Ed è proprio questa combinazione di culture e tradizioni che si vive al Centro Santa Rachele. Qui, bambini di varie etnie, da quella filippina a quella etiope, giocano insieme e si relazionano, andando oltre e, quasi, sfidando le barriere sociali tradizionali. 

Ogni giorno si sta a contatto con loro e, nonostante le difficoltà che emergono per le differenze linguistiche, i bambini riescono a comunicare tutte le loro emozioni, entrando in perfetta sinergia con te. Il risultato è estremamente gratificante: vivere questa esperienza attraverso gli occhi dei bambini ti permette di vedere nel modo più trasparente e neutro possibile l’essenza di questo luogo. 

L’esperienza di volontariato gioca tutta intorno alle attività ludiche per i bambini: ballare, cantare, correre, giocare, cucinare, dipingere sono solo alcune delle azioni che riempiono la giornata. Molto spesso si organizzano attività extra, come laboratori, visite al museo e gite al parco, così da stimolare sempre la creatività e la vivacità dei bimbi. 

La parte più formativa dell’esperienza sta, a mio parere, nella relazione con gli altri volontari, provenienti da background diversi, e con i gestori del Centro, prima tra tutti Suor Claudia. I rapporti che si creano in queste situazioni sono molto spesso amplificati e riescono a costruire amicizie profonde anche in un breve tempo.

Penso che non potessi chiedere di più di quello che questa esperienza mi ha dato e trasmesso: dall’affetto dei bambini alla soddisfazione per il lavoro, dall’incontro con diverse culture allo scambio di idee. Tolleranza, amicizia e condivisione sono le tre parole che riescono un po' a riassumere quello che è stato un viaggio in questa terra da cui sono tornata con un bagaglio che porterò sempre nel cuore.

* 24 anni, studentessa del secondo anno del corso d laurea magistrale in Politiche per la cooperazione internazionale allo sviluppo, facoltà di Scienze politiche e sociali, campus di Milano