Nell’ambito della “Settimana del Mondo Unito”, l’Università Cattolica ha presentato le proprie iniziative di cooperazione allo sviluppo, dai progetti del Cesi al Villaggio per la Terra, dal Charity Work Program alla Cattedra Unesco

C’era anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore alla “Settimana del Mondo Unito” dedicata quest’anno al tema della #pace, promossa dal Movimento dei Focolari in collaborazione con altri gruppi, movimenti e associazioni che hanno a cuore la fraternità universale. Mercoledì 6 maggio è andato in onda l’incontro “L’educazione al servizio della pace. Esperienze di volontariato e di Service Learning in Università Cattolica” durante il quale docenti e studenti si sono alternati per raccontare alcune delle esperienze più significative di solidarietà e cooperazione promosse dall’Ateneo, coordinati dal professor Marco Caselli, direttore del Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale.

La prima esperienza di volontariato, presentata da Stefano Mazza, docente di comunicazione della sostenibilità (ASA), è stata quella del Villaggio per la Terra, format ideato da Earth Day Italia e realizzato in collaborazione con il Movimento dei Focolari di Roma, una manifestazione annuale che intende sensibilizzare la comunità civile rispetto al tema della sostenibilità e ai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. L’Università Cattolica del Sacro Cuore, al suo terzo anno di collaborazione, quest’anno è intervenuta in modo virtuale contribuendo con l’impegno e la creatività di un gruppo di professori, ricercatori e studenti - coordinati scientificamente dall’Alta Scuola per l’Ambiente. Come ha raccontato la studentessa Caterina Bracchi, che ha partecipato dietro le quinte, ma anche attivamente con altre 70 persone tra docenti e studenti. «Abbiamo dovuto reinventare il progetto per comunicare l’agenda 2030 in modo virtuale, ma è rimasta la voglia di condividere i temi di equità, di sviluppo sostenibile grazie a questa attività di service learning che mi ha permesso di mettersi al servizio della società civile».

Subito dopo, il professor Marco Casellli, direttore del Cesi, ha illustrato il programma di cooperazione internazionale UCSC Charity work program. «Si tratta di un’esperienza nata nel 2009 che, da allora, ha permesso a numerosi studenti di fare un’esperienza di lavoro nell’ambito della cooperazione e dello sviluppo. È un progetto sostenuto da borse di studio e dura dalle 3 alle 8 settimane durante i mesi estivi. I bandi sono focalizzati sulle facoltà della Cattolica e consentono allo studente di fare esperienze qualificate per mettere in pratica le conoscenze che acquisisce nelle aule dell’università. Quest’anno purtroppo a causa dell’emergenza Coronavirus sono stati sospesi e così 200 studenti non sono potuti partire». La seconda iniziativa è Mission exposure, realizzata in collaborazione con il Centro Pastorale e il Pime, per dare l’opportunità agli studenti di vivere un’esperienza in “terra di missione” che tenga insieme la crescita umana (e cristiana) nei soggetti e l’oggetto degli studi accademici.

Così è stato per Alessia Martoscia, laurea magistrale in Politiche per la cooperazione internazionale, che dal 2019 segue un progetto in Perù. «Ma tutto è partito durante l’esperienza del Charity che ho svolto nel 2018 in Bolivia. È stata un’esperienza fondamentale per la mia crescita personale e professionale. Ho sviluppato delle soft skills e delle competenze personali che oggi arricchiscono il mio lavoro. Non si tratta di una vacanza ma di un percorso professionale; un banco di prova e un trampolino di lancio per la mia carriera. Mi ha dato la possibilità di fare un incontro-scontro con altre civiltà e la possibilità di guardare il mondo da un altro punto di vista e di fare un’esperienza che ti immerge a tutto tondo in un contesto dal forte impatto umano».

Di educazione di solidarietà fra i popoli ha parlato il professor Domenico Simeone, direttore  della Cattedra Unesco, presentando il progetto di cooperazione  Maison de Paix, un insieme di strutture situate nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, nella periferia della città di Kikwit, gestite dalle Suore Francescane Angeline, dove «stiamo sperimentando una possibilità di cooperazione innovativa che parte dal reciproco aiuto; per questo stiamo favorendo la nascita di scuole professionali e un centro per l’agricoltura. Dialogando con i docenti delle università e delle scuole, ma anche con gli studenti, anche noi abbiamo imparato molto dalla pedagogia africana, è stato uno scambio reciproco». Fra gli studenti che a inizio anno sono andati a Kikwit c’era anche Vera Brunelli, che ha raccontato la sua esperienza di Service learning durante il collegamento.

«Tutto è iniziato con l’esperienza di volontariato fatta con il Charity Work Program, che ho svolto in una scuola in Uganda; da qui è nato in me il desiderio di agire affinché i bambini acquistino fin dalla prima infanzia un’identità planetaria, promuovendo pertanto un’educazione al dialogo e al superamento di pregiudizi, prodotti e strumenti di società impaurite dalle diversità. Un’esperienza personale davvero ricca; qui ho capito che volevo intraprendere la strada dell’educazione per avvicinare le persone in modo globale. Stavo seminando in un terreno fertile il seme della solidarietà, che ho fatto crescere con il progetto Maison de Paix dove ho realizzato un progetto educativo tra bambini».

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