Una Facoltà giovane per quanto riguarda la recente denominazione Scienze politiche e sociali del 2012 ma ben radicata nel sistema universitario e nella storia dell’Ateneo dei cattolici italiani: fu una delle prime Facoltà – all’epoca con il nome di Scienze sociali - voluta dal fondatore padre Gemelli al sorgere dell’Università Cattolica nel 1921, con l’obiettivo di formare la classe dirigente adeguata ai nuovi tempi.

 

Tempi analoghi ai nostri, come ha fatto notare il preside Guido Merzoni: con una terribile epidemia in corso come la “spagnola”, un cambiamento d’epoca – immediatamente successivo alla prima guerra mondiale - che affrontava le novità della rivoluzione industriale e desiderava offrire un contributo fattivo alla rinascita del Paese.

 

 

Negli anni la Facoltà anche se è cresciuta numericamente – ha affermato il preside – è ancora possibile il rapporto interpersonale e di confronto tra docenti e studenti, dato che la percentuale è di 35 studenti per docente. Pertanto «l’Università rappresenta un’avventura sulla strada della conoscenza in un confronto quotidiano».

 

Su questa base relazionale la Facoltà approfondisce i temi del bene comune, della dignità della persona, della solidarietà e della sussidiarietà, innestati su un sapere interpretativo e aperto caratterizzato da multidisciplinarietà e interdisciplinarietà (con riferimento al mondo del diritto, economia, politologia, psicologia, sociologia, storia).

 

La “cassetta degli attrezzi” che viene data allo studente non è meramente descrittiva ma offre gli strumenti per interpretare la società e così affrontare le sfide del mondo contemporaneo (tra le tante l’aiuto ai disagiati, la questione ambientale, quella della concentrazione della ricchezza, il superamento delle disuguaglianze, evidenziate dall’attuale pandemia), con una professionalità che agevola l’ingresso nel mondo del lavoro e la capacità di continuare ad imparare in una società che cambia, con un’attenzione particolare alla situazione internazionale. Ogni corso di laurea, peraltro, si avvale di un comitato tecnico che verifica l’offerta formativa e cura la transizione degli studenti nel mondo del lavoro, confrontandosi con i portatori di interesse dello stesso.

 

Buona anche la percentuale degli studenti che si laurea in corso (80%) e di laureati che vanno a occupare posizioni di rilievo in vari ambiti nazionali e internazionali pubblici e privati.

 

A illustrare più nei dettagli l’offerta formativa sono stati la professoressa Fausta Pellizzari per il corso di laurea in Scienze politiche e delle relazioni internazionali, la professoressa Giulia Rivellini per il corso di laurea in Sociologia, il professor Fausto Colombo per i corsi di Comunicazione e società, e Communication Management – COMMA, la professoressa Elena Cabiati per il corso di laurea in Scienze del servizio sociale attivo presso le sedi di Milano e Brescia, il professor Damiano Palano per il corso di Scienze politiche e delle relazioni internazionali della sede di Brescia.

 

 

Di profilo internazionale e di adeguamento alle nuove competenze richieste dal mondo del lavoro si è parlato anche nella presentazione di Giurisprudenza con il preside Stefano Solimano, e dei due corsi di laurea, quello magistrale e ciclo unico coordinato dal professor Antonio Albanese e quello triennale in Servizi giuridici coordinato dal professor Matteo Corti.

 

«Quando si parla di diritto – ha detto il preside Solimano – si pensa a qualcosa di astratto, lontano, estremamente tecnico. Ma il diritto può essere affascinante perché è vita, è scritto sulla pelle degli uomini, è tecnico sì, ma è tecnica per l’uomo, richiede la conoscenza dell’essere umano perché offre soluzioni per la regolamentazione della vita sociale e dei problemi che possono sorgere».

 

Nell’impostazione dell’ordinamento didattico si possono cogliere gli elementi della tradizione giuridica italiana, che consente l’accesso alle classiche professioni forensi di avvocato, magistrato, notaio e alto dirigente statale, e gli elementi dell’innovazione per adeguare la preparazione e i compiti del giurista alle nuove esigenze sociali con conseguente ampliamento degli sbocchi professionali.

 

«La professione giuridica - ha detto il Preside - non tende a scomparire ma si evolve in aderenza alle esigenze dei tempi. Il diritto continuerà ad avere un ruolo nella società del futuro. A noi il compito di implementare nuove materie e corsi in lingua inglese. Il giurista deve sapere leggere i bilanci e i documenti contabili per meglio comprendere i problemi societari. Del resto oggi sono richieste nuove competenze in ordine, ad esempio, a digitalizzazione e trattamento dei dati. Per diventare giuristi bisogna imparare a rispettare le parole, a comunicare, a mediare, a dialogare, ad armonizzare».

 

I corsi di laurea prevedono diversi percorsi professionalizzanti definiti dal Preside “vocazioni” della Facoltà: da quello classico forense, a quello amministrativo, da quello internazionale a quello penalistico-criminologico fino al giurista d’impresa.

Per questo accanto a una solida preparazione di base, il percorso di studi prevede la partecipazione alle “cliniche legali” per trasformare le conoscenze in competenze proprie della professione di avvocato già durante gli studi, un accordo con la Fordharm University di New York per conseguire il titolo double degree spendibile in Italia e in America, convenzioni con gli ordini degli avvocati e dei consulenti del lavoro per svolgere in anticipo il previsto tirocinio, entrando così nel mondo delle professioni prima di aver conseguito la laurea, e ancora il supporto di un servizio di tutorato. I corsi di studio, inoltre, si possono adattare alla sensibilità e agli interessi degli studenti tramite numerosi esami opzionali.

 

Una Facoltà in ascesa, quindi, che ritrova anche oggi un ruolo storico: dopo la seconda guerra mondiale furono proprio i giuristi a dare una nuova impostazione per la ripresa. E anche durante l’attuale pandemia la società ha bisogno di “conoscitori del diritto” perché è il diritto che dice quello che si può e quello che non si deve fare, al di là delle opinioni di fantasia.

 

Ulteriori approfondimenti sui singoli corsi di laurea verranno svolti sulle apposite piattaforme ufficiali il 9 e 10 dicembre per Scienze politiche e sociali, e l’11 dicembre per Giurisprudenza.