Anche la Cattolica ha dato il suo contributo alla Civil Week Lab, l’evento digitale dedicato alle persone, alla solidarietà, all’economia civile organizzato dal Corriere della sera e in programma nelle giornate dell’11 e del 12 giugno. Venerdì 12 giugno, alle ore 10.30, sulla pagina Facebook di CattolicaNews e, in contemporanea, su quella di Corriere Buone Notizie, è stato trasmesso il contributo video che raccoglie le interviste ai professori dell’Università Cattolica Lucia Boccacin, Marco Grumo, Raffaella Iafrate e Pier Cesare Rivoltella.

Le relazioni sociali è il tema portante della tavola rotonda intitolata “Relazioni sociali e comunità: culture e pratiche”, che ha lo scopo ben preciso di mettere in luce Il legame che si stabilisce tra queste due realtà così importante per il benessere complessivo della comunità. Come spiega Lucia Boccacin, docente di Sociologia delle relazioni familiari e comunitarie. «Pensiamo che le relazioni sociali siano una ricchezza perché connettono persone, organizzazioni, soggetti sociali, in primis quelle solidaristiche e di aiuto; consentono di condividere un contesto di significati, generano un risultato nel sociale».

Un valore importante che l’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus ha mostrato in tutte le sue sfaccettature. «La società moderna non ha più tanto bisogno di beni, servizi e capitali, quanto piuttosto di relazioni di alta qualità tra le persone», rileva Marco Grumo, docente di Economia aziendale e Coordinatore scientifico di Cattolicaper il Terzo Settore. «Non è più una questione di quantità, ma di qualità. Lo ha fatto vedere molto bene il Covid: le organizzazioni di qualità sono quelle che producono relazioni di qualità. Oggi abbiamo bisogno anche di comunità forti. Solo in questo modo potremo passare a una società più virtuosa ed equilibrata, a livello personale, sociale ed economico. Il ruolo delle organizzazioni del Terzo Settore è stato fondamentale in questo momento di pandemia e sarà sempre più importante nei prossimi anni per creare qualità vera nelle nostre comunità e nella nostra società a vantaggio veramente di tutti», aggiunge il professor Grumo.

Insomma le relazioni sono importanti perché danno senso a quello che si fa e aiutano le persone a generare qualcosa nel sociale che è un bene particolare, vale a dire un bene relazionale. «Il cosiddetto distanziamento sociale ci ha privati delle relazioni con gli altri, ci ha resi più soli, disorientati, come se venisse a mancare l’aria per respirare - osserva la professoressa Boccacin -. La drammatica esperienza vissuta durante la diffusione del Coronavirus ci ha tuttavia resi più consapevoli di tale deprivazione e dell’importanza, per la vita di ciascuno e delle comunità, della presenza di un tessuto relazionale. Per questo abbiamo voluto mettere a tema della nostra tavola rotonda il nesso che esiste tra relazioni sociali e comunità. Infatti le prime, generando significato, fiducia, reciprocità e collaborazione, consentono la    creazione, il mantenimento e il potenziamento delle comunità intese sia come specifici territori, sia come appartenenze elettive, come sono quelle proprie delle organizzazioni di Terzo Settore».

Ma quando si parla di relazioni sociali non si piò fare a meno di pensare alla famiglia, in quanto luogo primario in cui si costruisce la comunità. Ad analizzare il tema nel corso della tavola rotonda è stata Raffaella Iafrate, docente di Psicologia dei legami familiari. A Pier Cesare Rivoltella, docente di Didattica ed educazione mediale e direttore del Centro di Ricerca per l’Educazione ai Media, all’Innovazione e alla Tecnologia (Cremit), è toccato il compito invece di rispondere alla domanda se anche in rete si possono costruire le relazioni e se le tecnologie digitali ne possano favorire il mantenimento o il ripristino.