Il rapporto tra il cinema e la Chiesa è stato il principale oggetto di discussione durante la presentazione del libro "Il cinema dei Papi. Documenti inediti dalla Filmoteca Vaticana", scritto da mons. Dario Edoardo Viganò, vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze sociali.

A moderare l’incontro è stata la professoressa dell’Università Cattolica, Alice Cati. Insieme all’autore, gli ospiti sono stati il professore di Semiologia dei media Ruggero Eugeni, Giovanni Scolari, coordinatore del Tavolo Cinema Ust Brescia, e Francesco Bettoni, presidente di Brebemi Spa. 

I tre relatori hanno sottolineato come in realtà i sessant’anni della filmoteca Vaticana siano solo uno degli aspetti del libro. La storia di quest’istituzione si intreccia con la storia del cinema e della macchina da presa all’interno dello scenario del nostro Bel Paese. Si indagano quindi diversi piani della nostra storia: il rapporto tra Chiesa e cinema, a cui segue il rapporto tra Chiesa e modernità ed infine, la storia italiana dagli anni ’30 fino ad oggi. 

In particolare, il professore Eugeni si è soffermato sull’intuizione della Chiesa di voler creare un archivio. Se oggi l’importanza di raccogliere, catalogare e conservare, è data per scontata negli anni in cui nasceva la Filmoteca Vaticana non era così: per questo sorprende come la Chiesa, oggi percepita dai più come distante dalla modernità, in realtà sia stata una delle prime istituzioni a scommettere sulla macchina da presa e sulla sua forza. 

Altri apporti fondamentali della Chiesa al mondo del cinema, come ha sottolineato Scolari, è stato nel percepire la potenzialità dell’intreccio tra cinema e televisione e nella realizzazione delle sale cinematografiche vaticane che raggiungevano anche i paesini più lontani. In quel tempo il cinema aveva una potenza estrema sulla società, che commentava, acclamava o rimproverava. 

Durante l’incontro sono stati mostrati due brevi web documentari sulla Filmoteca Vaticana, prodotti da Vatican Media e Officina. Ciò che più sorprende di questi due filmati è il video del primo Papa che è stato filmato da una macchina da presa, mentre compie la benedizione sui fedeli e sullo stesso oggetto innovativo e strambo che non necessitava di pose statiche. 

Bettoni ha ricordato come l’A35 sia l’autostrada di due papi (Paolo VI e Giovanni XXIII), che furono amanti del cinema e capirono l’importanza della Filmoteca Vaticana. Infatti, Giovanni XXIII, non solo istituì la sede della Filmoteca presso Palazzo San Carlo, ma era ben attento al mondo del cinema tanto da andare ogni anno al festival di Venezia, portando la sua benedizione all’evento internazionale. 

Ha chiuso l’incontro mons. Viganò, il quale ha ricordato come la Chiesa debba inaugurare un nuovo modo di dialogare con il mondo contemporaneo e come un banco di prova con cui la Chiesa si può interrogare e farsi interrogare sia proprio il cinema, in quanto grande racconto della contemporaneità. 

Mons. Viganò chiosa, ricordando che “avere documenti audiovisivi da disporre è una forma di carità culturale che la Chiesa può essere disposta a vivere”.