di Alessandro Musesti e Stefania Pagliara *

Era dal 1969, l’anno dello sbarco sulla Luna, che la seconda prova dell’esame di stato del Liceo Scientifico riguardava esclusivamente la Matematica. Prima di tale anno, infatti, la prova oscillava negli anni tra la Matematica e il Latino, ma ad un certo punto ci si è fermati sulla Matematica e non si è più cambiato per 50 anni. 

Quest’anno invece, oltre a tutte le questioni che riguardano il punteggio finale e il colloquio, per il Liceo Scientifico e anche per l’opzione Scienze Applicate c’è una grossissima novità: la seconda prova scritta vedrà la presenza in contemporanea sia della Matematica che della Fisica. Questo ha creato parecchio subbuglio tra docenti e studenti. 

In realtà il primo esame di Stato che avrebbe potuto vedere la Fisica protagonista della seconda prova risale ormai al 2015. L’anno giusto sembrava essere il 2017, ma in quel momento si decise solamente di affidare la Fisica a un commissario esterno e la Matematica a uno interno. Oggi, nel 2019, ci siamo: giovedì 20 giugno ai candidati sarà richiesto di risolvere uno dei due problemi misti di Matematica e Fisica e di svolgere quattro quesiti degli otto proposti, di cui cinque di Matematica e tre di Fisica. 

I continui rinvii da parte del Miur, la preoccupazione dei ragazzi e il senso di inadeguatezza dei docenti sono la prova che il debutto della Fisica nell’esame di Stato, e contemporaneamente il suo riconoscimento come materia caratterizzante per i licei scientifici, richiede una rivisitazione dei contenuti e delle metodologie dell’insegnamento nei cinque anni precedenti.

La Fisica è innanzitutto una disciplina sperimentale che, a partire dal biennio, deve prevedere un’opportuna e costante attività laboratoriale, dove l’esperimento deve essere un’interrogazione ragionata dei fenomeni naturali, uno strumento di controllo di ipotesi interpretative, un’analisi critica dei dati e del processo di misura. La Matematica, d’altra parte, fornisce gli strumenti teorici necessari ad analizzare e modellizzare i dati sperimentali. L’obiettivo è portare lo studente a risolvere problemi, non solo esercizi meccanici, con la comprensione della situazione problematica, l’analisi dei dati, la costruzione e la discussione dei modelli, la formalizzazione matematica e l’argomentazione qualitativa. L’interazione tra la Matematica e la Fisica può e deve maturare nello studente abilità complementari e generare un circolo virtuoso. 

È vero però che, rispetto alle prime proposte ministeriali, le ultime due simulazioni sono state molti più in linea con le prove degli anni precedenti. Quasi sicuramente anche la prova del 20 giugno sarà dello stesso tono; non si poteva del resto pensare di introdurre la multidisciplinarietà Matematica/Fisica senza un’adeguata preparazione e senza dare ai ragazzi e ai docenti il tempo di rivedere l’insegnamento di queste discipline. Un piccolo passo è stato fatto, la strada è stata tracciata, si apre una nuova sfida per i docenti e per gli studenti dei licei scientifici: non lasciamocela sfuggire.

docenti di Fisica Matematica e di Fisica, facoltà di Matematica e Fisica, campus di Brescia