Andrea FerrariniIl giovane ricercatore della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali della sede di Piacenza, Andrea Ferrarini (nella foto a sinistra), è il vincitore del premio della Società Italiana Agronomi per la tesi di dottorato di ricerca 2017.

Ferrarini ha analizzato uno scenario alternativo di uso del suolo per la produzione di bioenergia: le fasce tampone bioenergetiche.  «Perché parlare di usi del suolo alternativi a quello della produzione di cibo? Il motivo principale è da ricercare nella sfida che l’agricoltura nel 21esimo secolo deve affrontare: fornire cibo e energia a un mondo in continua crescita demografica e allo stesso tempo conservare l’ambiente» spiega Ferrarini, Postdoc del Dipartimento di Produzioni vegetali sostenibili (Diproves).

«Il mio lavoro di tesi ha mirato a determinare in quale misura la coltivazione di colture bioenergetiche pluriennali lungo i margini dei campi coltivati influenzi la fornitura multipla di servizi ecosistemici». 

E dunque, quali servizi ecosistemici sono risultati essere positivamente influenzati dalla creazione di fasce tampone bioenergetiche? «La regolazione del clima, innanzitutto, attraverso il sequestro del carbonio nel suolo e la riduzione delle emissioni di gas serra climalteranti. Ma anche la regolazione del ciclo dell’acqua attraverso il contenimento dell’inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei. E poi il mantenimento della biodiversità, attraverso la creazione di corridoi ecologici e l’aumento dei servizi di impollinazione dei campi agricoli adiacenti».

Ma non solo: «Ulteriori benefici ambientali associabili alla coltivazione di colture poliennali sono risultati essere l’incremento della salute del suolo (biologica, chimica e fisica) e la fornitura di biomassa dedicata alla produzione locale di bioenergia».

In tema di pianificazione territoriale, inoltre, le fasce tampone bioenergetiche possono ricoprire il ruolo di nuovi elementi paesaggistici perenni se collocati in posizioni strategiche all'interno del paesaggio agricolo.

«La ricerca sulle fasce tampone bioenergetiche è continuata anche successivamente alla conclusione del mio dottorato» prosegue Ferrarini. «Il nostro gruppo di ricerca, ha inserito lo studio di tale elemento paesaggistico in altri progetti di ricerca come CABIOS e FarmCO2Sink». 

I due progetti, finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 della Regione Emilia Romagna, affrontano rispettivamente il tema della qualità dell’acqua e del sequestro del carbonio nel settore agricolo-forestale. «In un altro progetto (GRACE), finanziato dalla Comunità europea, utilizziamo il miscanto in ambiente collinare come coltura per il contenimento dell’erosione» conclude il ricercatore. La mission di tali ricerche è quello di fornire soluzioni alla gestione sostenibile degli agroecosistemi e alla pianificazione dei paesaggi agricoli.